Francesco Schiavone

Contribuire alla cultura della valutazione della performance del servizio regionale campano attraverso il monitoraggio dei percorsi di cura oncologici: questo è l’obiettivo del progetto Val.Pe.ROC descrittoci da Francesco Schiavone, professore di Economia dell’Università degli Studi di Napoli “Parthenope”, e fortemente voluto da Attilio Bianchi, direttore generale dell’Istituto Nazionale Tumori Fondazione Pascale, e Sandro Pignata, responsabile scientifico della Rete Oncologica Campana.
Alta soddisfazione dell’utenza, elevato grado di multidisciplinarietà dei Gruppi Oncologici Multidisciplinari, bassa percentuale di esami diagnostici inappropriati sono i dati che certificano la qualità del lavoro svolto dalla rete oncologica campana. Riduzione del tempo di presa in carico del paziente e ampliamento del numero dei medici di medicina generale coinvolti nella rete sono gli aspetti sui quali si sta intervenendo per migliorare le performance.

fibroma uterino

Il fibroma è già da tempo considerato un vero e proprio problema di salute pubblica, a causa dell’elevato consumo privato di risorse sanitarie e l’importante carico indiretto per una sintomatologia, spesso invalidante, e le complicanze ostetrico-ginecologiche, incompatibili con la vita lavorativa.
La Fondazione ReS (Ricerca e Salute) ha condotto uno studio per fornire la prevalenza del fibroma uterino dal 2015 al 2019 e approfondire l’approccio farmacologico e chirurgico nella pratica clinica italiana dal punto di vista del Servizio Sanitario Nazionale (SSN).

Domenico Mantoan

A colloquio con Domenico Mantoan

“Le evidenze scientifiche e le esperienze di telemedicina, maturate sul campo, documentano un grande beneficio in termini di outcome di salute e un migliore rapporto costo-efficacia. E proprio il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Missione 6 – C1) ne prevede l’implementazione a supporto dell’assistenza sanitaria territoriale” sottolinea Domenico Mantoan in questa intervista, ricordandoci che l’obiettivo è quello di integrare le soluzioni di telemedicina (televisita, teleconsulto, telemonitoraggio, telecontrollo e teleassistenza) nel Servizio sanitario nazionale, inserendole nei Livelli essenziali di assistenza.

Telemedicina e scompenso cardiaco

A colloquio con Salvatore Di Somma

L’impatto della pandemia sui pazienti con scompenso cardiaco è stato importante perché si tratta della categoria di pazienti che ha riscontrato la mortalità maggiore e un ricorso duplicato all’ospedalizzazione quando colpita dal virus, spiega il direttore scientifico dell’Associazione Italiana Pazienti con Scompenso Cardiaco (AISC).
In questo contesto i servizi di telemonitoraggio e televisita, sperimentati in un progetto condotto dal Polo Pontino della Sapienza presso la ASL Latina durante la pandemia e in un’esperienza in corso con l’Università di Tor Vergata in collaborazione con l’AISC, rappresentano una risorsa significativa, perché consentono di gestire da casa con successo i pazienti affetti da scompenso tenendo sotto controllo il loro stato clinico e evitando il ricorso a inutili ospedalizzazioni.

A colloquio con Francesco Gabbrielli In qualità di Direttore del Centro Nazionale per la Telemedicina e le Nuove Tecnologie Assistenziali dell’Istituto Superiore di Sanità, Francesco Gabbrielli è a capo di una struttura determinante nella costruzione di un sistema italiano di telemedicina robusto e sicuro per i pazienti e i professionisti, in grado di superare la […]

Matteo Moscatelli

A colloquio con Matteo Moscatelli

Offrire soluzioni digitali ai pazienti cronici e anziani, aiutandoli a superare lo scoglio della tecnologia, è la mission di Vree Health, azienda specializzata nell’offerta di modelli di gestione della salute innovativi e centrati sulle esigenze dei pazienti,  ci spiega Matteo Moscatelli.
L’idea è quella di trasferire l’approccio ospedaliero – ossia il concetto di smart hospital – verso la casa del paziente per fornire informazioni sia in termini qualitativi al paziente stesso sia in termini tecnico-scientifici all’interno del suo percorso di cura, così da valutare se le assunzioni terapeutiche seguono le indicazioni dei PDTA, aiutando l’interconnessione tra medico, paziente e ospedale e aumentando l’aderenza terapeutica del paziente.

Francesco Vaia INMI Spallanzani

A colloquio con Francesco Vaia
Come centro di eccellenza e di riferimento nazionale per la diagnosi e la cura delle malattie infettive, l’INMI Lazzaro Spallanzani è stato collocato fin dalle prime fasi dell’esplosione della pandemia in una posizione di rilievo per quanto riguarda sia gli aspetti assistenziali sia l’ambito della ricerca, ci spiega il suo direttore Francesco Vaia.
Se durante la prima fase di emergenza l’altissimo numero di pazienti acuti e critici affluiti nella struttura ha reso di fatto difficile la loro coesistenza con i percorsi consolidati di gestione delle altre patologie  infettive, la situazione si è andata progressivamente normalizzando nel corso della seconda ondata grazie all’adozione di nuove procedure di sicurezza che hanno permesso a tutti i reparti di riprendere pienamente la loro attività.
L’implementazione dei servizi di telemedicina, che ha consentito di creare nuovi percorsi di assistenza virtuale e protocolli di monitoraggio a distanza rivolti ai pazienti non ospedalizzati in grado di garantire comunque un’alta qualità delle prestazioni, è stata la chiave vincente per garantire continuità assistenziale ai pazienti non covid.