La salute nelle città

Conoscenza e innovazione, attività economica, assistenza sanitaria, istruzione e altri servizi rappresentano elementi tipici delle città, con il giusto potenziale per apportare miglioramenti sostanziali alla salute e al benessere dei residenti. Sfruttare al meglio queste risorse implica l’utilizzo di ruoli trasversali di sindaci e consigli comunali per costruire un sistema di salute equo. Le città rappresentano infatti un’opportunità di apprendimento condiviso
e coordinato nonché la possibilità di sperimentare politiche innovative da adattare ai contesti sociale, demografico, ed economico.

L’angolo della SIF
La prevenzione è una delle risposte più appropriate per affrontare la sfida di garantire a tutti le migliori condizioni di vita in quanto contribuisce a migliorare la salute di una popolazione che invecchia. Oggi la vaccinazione impegna solo lo 0,3% della spesa sanitaria in Paesi dell’UE come la Francia e l’Italia e rappresenta uno degli interventi sanitari dal miglior profilo costo-beneficio. Le vaccinazioni, grazie ai casi di malattia prevenuti e alle relative complicanze evitate, possono generare importanti risparmi per il Sistema Sanitario Nazionale oltreché per la società stessa.

A colloquio con Ranieri Guerra
Le novità del Piano Nazionale per le Vaccinazioni sono notevoli. Non vengono infatti soltanto introdotti nuovi vaccini come l’antimeningococco B e l’anti-HPV per i maschi, normalizzando l’offerta fino ad ora difforme da parte di molte Regioni, ma viene anche introdotta una serie di richiami vaccinali durante l’età adolescenziale e, per quanto riguarda la popolazione anziana, viene inserito il vaccino contro l’herpes zoster e soprattutto rafforzata l’offerta per l’antipneumococco.

A cura di Eliana Ferroni
Per migliorare la qualità delle cure, mantenendone la sostenibilità economica, è necessario ridefinire la natura della competizione in sanità, allineandola intorno al concetto di massimizzazione del valore per il paziente. La value-based medicine segna il passaggio da una logica basata sulle prestazioni sanitarie e i volumi di attività, ad una logica incentrata su concreti risultati di salute per il paziente, tenendo conto dei costi diretti e indiretti sostenuti per raggiungere tali risultati.

A cura di Gavino Maciocco

Il de-finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale avrà forse avuto l’effetto di stabilizzare le finanze pubbliche, ma ha certamente de-stabilizzato la salute degli italiani messa già alla prova dalla prolungata crisi economica e dai suoi corollari: aumento della disoccupazione e della precarietà lavorativa, aumento della povertà e del disagio sociale, dilatazione delle diseguaglianze socioeconomiche e allentamento della coesione sociale.
Lo confermano i numeri, come bene sottolinea Gavino Maciocco in questa parola chiave.

Il concetto di ‘integrativo’ nel settore sanitario viene in genere declinato dai decisori in chiave aggiuntiva/sostitutiva della copertura sanitaria consolidata, valutata come insufficiente. C’è però anche chi ipotizza che gli attori del welfare integrativo possano svolgere una funzione di consolidamento del Servizio sanitario nazionale e del sistema sociosanitario pubblico-non profit, sia sul lato della committenza (fondi sanitari e, per la long term care, fondi previdenziali) come su quello degli investimenti (fondi previdenziali), come ci spiega Massimo Campedelli.