Massimo Di Maio: patient reported outcomes

A colloquio con Massimo Di Maio

Perché è importante che l’European Society of Medical Oncology abbia sistematizzato l’esperienza acquisita nell’applicazione dei patient-reported outcomes alla pratica clinica in oncologia con la pubblicazione sugli Annals of Oncology di apposite linee guida?
Lo abbiamo chiesto a Massimo Di Maio (Oncologia medica, Università di Torino), coordinatore del gruppo di esperti che ne ha curato la realizzazione e che ripercorre per noi la storia delle evidenze scientifiche (e quindi dei trial clinici randomizzati) a supporto dei benefici in termini di qualità di vita, di riduzione degli accessi in pronto soccorso e delle ospedalizzazioni, di aderenza al trattamento, di soddisfazione, nonché in qualche caso anche di prolungamento dell’aspettativa di vita, ottenuti in particolare dai pazienti oncologici grazie all’introduzione del monitoraggio mediante strumenti digitali dei loro sintomi e delle tossicità conseguenti ai loro trattamenti.

Oncologia e reti

Le reti oncologiche territoriali sono uno strumento indispensabile per garantire efficacia, efficienza ed equità dei percorsi di cura. Si pongono infatti come un modello di governo e programmazione delle prestazioni sanitarie in grado di garantire, attraverso la multidisciplinarietà e l’innovazione tecnologica, una nuova continuità tra ospedale
e territorio, ci spiega Maria Rosaria Romano descrivendo le caratteristiche della Rete Oncologica Campana.

Reti importanti sono anche quelle create dalle Associazioni di pazienti, perché questi ultimi siano sempre di più al centro del percorso di cura. Con questa finalità, racconta Stefania Gori, è nata la ROPI, una rete di associazioni di pazienti oncologici e di professionisti sanitari che ha l’obiettivo di rafforzare nei confronti delle Istituzioni le richieste dei pazienti, facendo in modo che ricoprano un ruolo più attivo anche all’interno delle stesse reti oncologiche regionali.

Luciano Flor

A colloquio con Luciano Flor

È il territorio l’ambito verso il quale nei prossimi anni saranno indirizzate le azioni per migliorare la gestione dei pazienti e intercettare il loro bisogno di salute. Ne abbiamo parlato con Luciano Flor, perché il Veneto è tra le Regioni che si potrebbero prendere a modello nel disegnare una nuova medicina generale che lavori in continuità con quella ospedaliera in ogni ambito, compreso quello dei pazienti oncologici.
Due elementi hanno influito maggiormente sulla capacità di risposta delle Regioni nel far fronte all’emergenza covid-19 secondo Flor,  il livello organizzativo presente pre-pandemia e la velocità di adattamento alle nuove situazioni. E questi stessi elementi giocano un ruolo importante anche nella capacità di riorganizzazione e integrazione dei servizi della nostra sanità territoriale dopo la pandemia.

Un gruppo di ricercatori del CERGAS (Centro di Ricerche sulla Gestione dell’Assistenza Sanitaria e Sociale), in collaborazione con AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica), ha realizzato uno studio finalizzato a valutare l’impatto dei fondi per i farmaci innovativi, le loro problematiche di gestione e le prospettive di riforma, nella percezione dei diversi portatori di interesse. Come è emerso anche da un recente convegno su questo tema, la risposta delle istituzioni sembra unanime: il sistema dei fondi è stato uno strumento efficace e merita dunque un potenziamento, alla luce della considerazione che i FI non vanno visti come una mera voce di spesa, ma rappresentano un investimento grazie al quale l’Italia ha potuto mettersi al passo con l’innovazione rispetto agli altri Paesi, recuperando quanto era stato perso nel passato.

Alessandra Moretti

A colloquio con Alessandra Moretti
“Il tema del cancro è così complesso che richiede azioni in tutte le direzioni e in tutti i campi. Dalla prevenzione, agli screening, alla ricerca e all’innovazione, sono richiesti la collaborazione internazionale tra medici per sviluppare nuove cure e protocolli, l’attuazione di politiche pubbliche capillari sul territorio, il supporto ai pazienti guariti dal tumore, il loro reinserimento nella società. Per ottenere i risultati fissati nel Beating Cancer Plan, dobbiamo puntare sulla collaborazione tra i diversi livelli di governo e la società civile” spiega Alessandra Moretti, Co-Presidente dell’Intergruppo del Parlamento Europeo dedicato al cancro.
Ed è ancora più urgente prendere iniziative decisive in questo ambito perché i pazienti oncologici hanno pagato un prezzo altissimo a causa della pandemia sia in termini di diagnosi mancate sia di difficoltà di accesso alle cure.