Nel corso di un recente meeting svoltosi a Roma presso l’Istituto Superiore di Sanità nell’ambito dell’European Joint Action on Antimicrobial Resistance and Healthcare Associated Infections, il progetto che intende rafforzare e coordinare tutte le azioni intraprese per fronteggiare la AMR e le infezioni correlate all’assistenza, sono stati organizzati due focus group tra esperti, dai quali è scaturito un primo bilancio delle criticità emerse nel raggiungimento degli obiettivi prefissati. Fra queste, un accento particolare è stato posto sulla scarsità di risorse economiche e umane tuttora investite nel progetto, sulla carenza di professionisti qualificati per il controllo delle infezioni nella pratica clinica, sulla mancanza di database centralizzati per il monitoraggio dei dati, ma anche sull’organizzazione dei Sistemi Sanitari Nazionali nei quali i poteri dei Ministeri e quelli delle autorità locali (Regioni) entrano spesso in conflitto. L’insieme di questi elementi finisce per ostacolare l’approccio One Health, poiché viene a mancare l’auspicato coordinamento fra i diversi settori dell’assistenza sanitaria, compresa la sanità animale, sia sotto il profilo operativo che dal punto di vista legale, considerando la presenza di protocolli e regole spesso contraddittori e poco standardizzati.

I dati della letteratura finora pubblicati confermano che l’88,3% dei casi covid positivi, e specialmente quelli giunti in terapia intensiva, sono stati trattati con potenti antibiotici, fra cui cefalosporine di terza generazione, chinoloni e carbapenemi. Secondo i ricercatori del Dipartimento di Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità nell’articolo pubblicato sugli Annali, l’utilizzo indiscriminato di antibiotici ad ampio spettro, senza una sicura evidenza di sovrainfezioni batteriche o fungine, potrebbe aumentare il fenomeno dell’antibioticoresistenza durante questa pandemia.

Sono otto le buone pratiche da rispettare in ambito ospedaliero per prevenire le infezioni individuate dal progetto Nelle Nostre Mani, realizzato con il patrocinio di GISA (Gruppo Italiano Stewardship Antimicorbica), Cittadinanzattiva, ANIPIO (Società scientifica nazionale infermieri specialisti del rischio infettivo) e il contributo non condizionante di MSD.
Gli otto punti chiave, scaturiti dal confronto tra i medici esperti nella prevenzione delle infezioni correlate all’assistenza e le associazioni di volontariato, sono confluiti in un Manifesto che li ha riproposti con un linguaggio semplice e comprensibile a tutti.
Sarà così più facile, per chi in prima persona opera negli ospedali e sul territorio, farsi ambasciatore del controllo di queste infezioni e a sua volta promuovere la formazione su questo tema.

Francesca Moccia: nelle nostre mani

Francesca Moccia (Cittadinanzattiva) ribadisce l’impegno di Cittadinanzattiva per garantire a tutti i cittadini cure sicure in occasione della presentazione del progetto “Nelle nostre Mani”, sostenuto da MSD Italia e presentato a Roma il 24 giugno 2019, con il quale si vuole avviare un dialogo con il terzo settore per la prevenzione delle infezioni correlate all’assistenza (ICA).