Dislipidemie e demenza

L’angolo della SiteCS
È indubbio il ruolo fondamentale che il colesterolo riveste nel cervello, ma i meccanismi fisiologici e patologici a cui partecipa sono ancora da chiarire. Alcuni studi hanno suggerito associazioni non lineari, e fortemente modificate da altre variabili, tra i livelli di colesterolo e alcuni outcome cognitivi, come lo stato mentale globale, l’apprendimento verbale, la funzione esecutiva e la funzione linguistica.
Allo stato attuale delle conoscenze non esistono motivi per allarmi specifici, tuttavia sia livelli molto bassi che livelli molto alti di colesterolo meritano ulteriori ricerche sul loro ruolo quali possibili fattori coinvolti nei cambiamenti cognitivi per tutta la durata della vita.

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Recentemente sono state pubblicate, sull’European Heart Journal e su Atherosclerosis, le linee guida di una Task Force della Società Europea di Cardiologia (ESC) e della Società Europea per l’Aterosclerosi (EAS) sulle dislipidemie. Tramite la valutazione delle evidenze attualmente disponibili e l’identificazione delle lacune di conoscenza
nella gestione della prevenzione delle dislipidemie, la Task Force ha formulato raccomandazioni per orientare azioni volte a prevenire le malattie cardiovascolari nella pratica clinica attraverso il controllo dei livelli lipidici.

Le nuove Linee guida sulle dislipidemie, redatte dalla Società Europea di Cardiologia in collaborazione con la Società Europea per l’Aterosclerosi, rappresentano un importante momento di aggiornamento per la pratica clinica sulla gestione del rischio cardiovascolare in prevenzione primaria e secondaria, se si considera che l’80 per cento dei decessi per malattie cardiovascolari potrebbe essere evitato solo eliminando i comportamenti sbagliati.

In questo dossier un approfondimento sulle novità delle strategie terapeutiche e un’intervista a Alberico L Catapano, Presidente della Società Europea dell’Aterosclerosi

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Le dislipidemie, soprattutto l’ipercolesterolemia, svolgono un ruolo chiave nel causare la malattia cardiovascolare. Il trattamento con statine fornisce un approccio efficace nel ridurre il rischio cardiovascolare, come documentato dai risultati degli studi clinici e nella pratica clinica. La ricerca, tuttavia, suggerisce chiaramente che un’ulteriore riduzione delle LDL offre vantaggi nei soggetti a rischio alto e molto alto.