Nonostante le linee guida in caso di infarto miocardico acuto raccomandino il trattamento combinato e continuativo con quattro farmaci (antiaggreganti, betabloccanti, ACE-inibitori/sartani e statine), uno studio condotto dal Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario Regionale del Lazio ha documentato una ridotta aderenza alla politerapia cronica. Nell’ambito di questo stesso studio è stato elaborato, in collaborazione con la Asl Roma 1, un vero e proprio decalogo da seguire per supportare il paziente nella gestione del post-infarto. Ne abbiamo parlato con Mirko Di Martino.

fragilità care 6 2018

Il concetto di fragilità, nonostante l’ampio spazio dedicato dalla letteratura scientifica, non è definito in modo univoco a livello internazionale. Due sono i principali approcci volti alla sua comprensione: quello biomedico, incentrato sul declino delle funzioni biologiche, e quello bio-psico-sociale, che coinvolge più variabili in grado di aumentare il rischio di risultati avversi per la salute.
Una definizione utilizzata spesso nel contesto italiano è quella coniata dalla medicina generale, con la quale si fa un riferimento più preciso alla multimorbilità e instabilità dell’individuo, associate alla presenza/assenza di una rete di servizi integrata.
A prescindere dalle definizioni, il concetto di fragilità ha sicuramente contribuito a spostare l’ottica da un approccio al paziente anziano, incentrato sulla malattia o sull’organo, ad una visione più integrata e globale della salute, prendendone in considerazioni i diversi aspetti.

BREAD 2030

Si è parlato di diabete in occasione dell’11th European Public Health Conference ‘Winds of change: towards new ways of improving public health in Europe’, svoltasi a Lubiana a fine novembre.
E non poteva essere diversamente perché questa patologia, con i 6 milioni di pazienti attesi nel 2050, sta facendo sempre più paura per le implicazioni economiche della sua gestione.
Ben vengano quindi i risultati del progetto “BREAD 2030” (Building Research and Excellence Alliance for High value Diabete care), che promuovono un modello organizzativo nel quale il medico di medicina generale ricopre un ruolo sempre più centrale come gatekeeper del sistema.

Cronicità: molti atti, pochi fatti

Il XVI Rapporto nazionale sulle politiche della cronicità, presentato il 29 maggio 2018 a Roma e realizzato da Cittadinanzattiva con il sostegno di MSD Italia, nello stesso titolo “Cittadini con cronicità: molti atti, pochi fatti” vuole sottolineare la distanza insopportabile da quanto delineato nelle norme che si sono succedute negli anni e la realtà vissuta da migliaia di persone affette da patologie croniche e rare.
Cittadinanzattiva raccomanda quindi alle Istituzioni di mettere in atto 5 attività semplici e prioritarie per aggredire le principali difficoltà che oggi incontrano queste persone e le loro famiglie, spiegate in questo dossier.

Andrea Urbani: governance del farmaco

A colloquio con Andrea Urbani
“E’ ora che tutte le Regioni entrino nel vivo del Piano Nazionale per la Cronicità e che abbiano chiaro il
fabbisogno di salute della propria popolazione in generale, non solo dei pazienti cronici. Questo ci
consentirà di effettuare un’allocazione ottimale delle risorse e di procedere finalmente anche con azioni di prevenzione mirate.” Lo ha sostenuto Andrea Urbani nell’intervista rilasciata in occasione di Inventing for life Health Summit (Roma, 14 marzo 2018), ricordando quanto sia urgente abbandonare la logica dei tetti di spesa verticali per misurare in maniera oggettiva l’impatto orizzontale dei nuovi farmaci e dispositivi medici sulla gestione del percorso della malattia.

Vanacore demenza

Quante sono le persone affette in Italia da demenza e quante quelle direttamente o indirettamente coinvolte nella loro assistenza? Quali strutture offrono servizi dedicati alle demenze nel nostro Paese?
A che punto è l’attuazione del Piano Nazionale Demenze e come si inseriscono le attività del Tavolo sul monitoraggio del Piano nel contesto europeo e mondiale?

Ce ne parla Nicola Vanacore, sottolineando che un obiettivo importante di sanità pubblica del prossimo futuro sia quello di arrivare a distinguere chiaramente l’invecchiamento normale da quello patologico per poter essere in grado di definire percorsi di cura e assistenziali sempre più appropriati.

Demenza task force Lancet

Circa 50 milioni di persone in tutto il mondo sono affette da demenza, ma il numero sembra destinato ad aumentare nei prossimi decenni con una previsione attendibile che parla di oltre 130 milioni di pazienti entro il 2050. La cifra del resto non stupisce, considerando il progressivo invecchiamento della popolazione. La demenza provoca non solo disabilità e dipendenza negli individui che […]