A colloquio con Amelia Filippelli

Sono tanti gli argomenti toccati da Amelia Filippelli, ordinaria di Farmacologia Clinica presso l’Università degli Studi di Salerno e componente del Comitato Prezzi e Rimborso di AIFA, nel delineare le azioni principali da intraprendere per garantire la sostenibilità del nostro sistema salute. “Da questa pandemia abbiamo infatti imparato – spiega Filippelli – che va diversificata la catena di approvvigionamento (ad esempio, comprando i vaccini da diversi produttori) e che vanno adottati strumenti digitali nello sviluppo farmaceutico e vaccinale, nonché la necessità di una forte organizzazione normativa e di un percorso agile per garantire efficacia, accuratezza e sicurezza del paziente”. Per questo è importante da una parte l’affermarsi della digital therapeutics, un’area emergente e innovativa della medicina per il trattamento delle malattie croniche, che sfrutta algoritmi e tecnologie informatiche per la loro cura e della quale fa parte anche  la telemedicina, e dall’altra l’attività di valutazione del farmaco svolta dagli organismi regolatori e di HTA, con l’obiettivo condiviso di accelerare l’accesso a trattamenti sicuri, efficaci e convenienti per i pazienti appropriati.

La ASL di Bari mostra da sempre un’attenzione particolare ai pazienti più fragili e complessi. Tra le iniziative messe in campo durante l’emergenza pandemica per agevolare l’accesso ai farmaci erogati in distribuzione diretta a questi pazienti c’è “Pronto Farmaco ASL Bari”, il servizio che ne prevede la consegna a domicilio.
Abbiamo chiesto a Stefania Antonacci, direttrice dell’area Farmaceutica Territoriale della Asl di Bari, di descrivere le modalità con le quali questo servizio può essere attivato e le procedure di controllo applicate al momento della prenotazione del farmaco, perché si tratta di un servizio che, oltre a favorire l’aderenza  terapeutica dei pazienti che lo utilizzano, svolge un ruolo importante anche nel garantire l’appropriatezza delle prescrizioni.

La sclerosi sistemica progressiva è una malattia rara del tessuto connettivo autoimmune e sistemica, che causa l’irrigidimento (sclerosi) della cute, dei vasi sanguigni e degli organi interni. Colpisce prevalentemente (nell’85% circa dei casi) le donne nella fascia di età compresa tra i 30 e i 50 anni, anche se ultimamente è aumentata l’incidenza negli uomini, che spesso presentano complicanze più severe. Non è frequente ma esiste anche la forma giovanile in bambini e adolescenti.
Abbiamo chiesto a Manuela Aloise, Presidente della Lega Italiana Sclerosi Sistemica che da anni porta avanti attività di supporto a pazienti e familiari per la gestione della patologia, di fare il punto sulla situazione in Italia dei pazienti affetti da sclerosi sistemica e di spiegarci perché è importante una diagnosi precoce.

EUnetHTA

La collaborazione tra organizzazioni Health Tecnology Assessment (HTA) ha preso piede a livello europeo verso la metà degli anni Novanta tramite progettualità finanziate dalla Commissione europea, la cui attenzione a questo tema ha accompagnato tutti gli ultimi 15 anni di lavoro congiunto tra i vari Paesi membri.
Dal 2009 in poi questa attività di co-produzione e costruzione di procedure, metodi e modelli di cooperazione è continuata tramite tre Azioni Comuni, le cosiddette EUnetHTA Joint Action (JA) – finanziate per 10 anni senza soluzione di continuità dalla Commissione e che nel tempo hanno coinvolto un numero crescente di partner, dagli iniziali 35 ai più di 80 dell’ultima JA3. Durante lo svolgersi della JA3, a fine 2017, la Commissione ha presentato una proposta di Regolamento europeo per la cooperazione tra gli Stati membri in tema HTA, entrato in vigore a gennaio 2022, intendendo così fornire una base giuridica forte alla cooperazione, con l’obiettivo di ottimizzare il funzionamento del mercato europeo delle tecnologie sanitarie, migliorandone disponibilità e accessibilità.

Mortalità materna

Utilizzando i report dell’International Network of Obstetric Survey Systems (INOSS), una collaborazione internazionale di ricercatori e clinici che raccoglie dati basati sulla popolazione, sulle complicanze materne gravi e sulle malattie rare in gravidanza, gli autori di uno studio pubblicato su BMJ hanno analizzato i risultati ottenuti in otto Paesi che utilizzano sistemi avanzati di sorveglianza della mortalità: Danimarca, Finlandia, Francia, Italia, Paesi Bassi, Norvegia, Slovacchia e Regno Unito.

Alzheimers e demenza

L’articolo pubblicato sugli Annali dell’Istituto Superiore di Sanità fa il punto sul Decreto sul Fondo per l’Alzheimer e Demenze, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 30 maro 2022, sottolineando che si tratta di un primo passo significativo sulla strada indicata dall’OMS nel suo Global Plan on Dementia del 2017, che sollecitava gli Stati a definire le proprie politiche di contrasto alla demenza entro il 2025.

Nel corso di un recente meeting svoltosi a Roma presso l’Istituto Superiore di Sanità nell’ambito dell’European Joint Action on Antimicrobial Resistance and Healthcare Associated Infections, il progetto che intende rafforzare e coordinare tutte le azioni intraprese per fronteggiare la AMR e le infezioni correlate all’assistenza, sono stati organizzati due focus group tra esperti, dai quali è scaturito un primo bilancio delle criticità emerse nel raggiungimento degli obiettivi prefissati. Fra queste, un accento particolare è stato posto sulla scarsità di risorse economiche e umane tuttora investite nel progetto, sulla carenza di professionisti qualificati per il controllo delle infezioni nella pratica clinica, sulla mancanza di database centralizzati per il monitoraggio dei dati, ma anche sull’organizzazione dei Sistemi Sanitari Nazionali nei quali i poteri dei Ministeri e quelli delle autorità locali (Regioni) entrano spesso in conflitto. L’insieme di questi elementi finisce per ostacolare l’approccio One Health, poiché viene a mancare l’auspicato coordinamento fra i diversi settori dell’assistenza sanitaria, compresa la sanità animale, sia sotto il profilo operativo che dal punto di vista legale, considerando la presenza di protocolli e regole spesso contraddittori e poco standardizzati.

L’alfabetizzazione sanitaria è fondamentale per la salute e il benessere degli individui ed è altrettanto rilevante per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile entro il 2030 e per fornire una copertura sanitaria universale. Tradizionalmente l’alfabetizzazione sanitaria si è concentrata sulla capacità di un individuo di accedere, comprendere, valutare e utilizzare le informazioni per mantenere un buon stato di salute. Questo approccio, tuttavia, trascura le forze sociali e strutturali che danno forma alle scelte degli individui: in molte parti del mondo, infatti, le decisioni sulla salute avvengono all’interno della famiglia; nelle comunità sono spesso dettate da fattori sociali e ambientali, al di fuori del controllo delle istituzioni. I progressi della ricerca, in queste aree, sono lenti e molti interventi sanitari spesso non riescono a raggiungere un’ampia fascia della popolazione.