Intervista a Michael Marmot

A colloquio con Michael Marmot
Alloggio, istruzione, quartiere di residenza, reddito: ecco i determinanti di salute, elementi chiave che agiscono da cerniera tra salute e malattia per ciascuno di noi. Sempre più spesso se ne discute sia in ambito politico sia sanitario: gran parte dell’attualità di questi argomenti è dovuta al lavoro di Sir Michael Marmot, personalità ormai nota in tutto il mondo per i suoi studi e per i programmi di ricerca sulle disuguaglianze sanitarie condotti da oltre quarant’anni.
Il suo lavoro presso l’Organizzazione Mondiale della Sanità come presidente della Commissione sui determinanti sociali della salute e sul rapporto ‘Closing the gap in a generation’ (2008) ha portato i decisori sanitari in Inghilterra a chiedergli di applicare questi risultati al proprio paese.
CARE ha voluto rivolgere alcune domande a Sir Marmot successivamente alla lettura del rapporto ‘Health Equity in England: the Marmot Review 10 years on’ (2020), che rivela aree in cui sono stati fatti passi avanti ma che mostra che resta ancora molto lavoro da fare.

Differenza

Di fatto, ogni comunità incorpora differenze che tendono quasi inevitabilmente a trasformarsi in disuguaglianze, ossia in vantaggi e svantaggi per le persone e i gruppi che di tali differenze sono portatori, e, in tal senso, parlare di disuguaglianza aggiunge una dimensione morale ed etica al significato di differenza. È a partire dalla non valorizzazione delle differenze e dalla stigmatizzazione delle diversità che si sono strutturate nel tempo, e in parte permangono ancora, forme molteplici di esclusione di quelle soggettività non completamente conformi e omologate al modello di normalità dominante, quali le persone portatrici di disabilità, di diverso orientamento sessuale, di diversa provenienza territoriale o etnica.

medicina di genere

La pandemia da covid-19 ha contribuito a dare una spinta alla diffusione della conoscenza della medicina di genere.
Uomini e donne non sono uguali davanti a questo virus, che colpisce con una leggera prevalenza le donne e che si è rivelato più letale per gli uomini.
Alessandra Carè, Responsabile del Centro di riferimento per la medicina di genere presso l’Istituto Superiore di Sanità, ripercorre per noi le tappe dell’affermarsi della medicina di genere in Italia, primo paese in Europa a dotarsi di una legge che inserisce il parametro ‘genere’ nella medicina.

Analisi real-world testa collo

La fotografia scattata ogni anno da I numeri del cancro, il report dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica, oltre a delineare il quadro delle nuove diagnosi previste nel nostro paese, fa un’analisi anche delle differenze tra uomini e donne di fronte a questa patologia.
Un tumore che colpisce soprattutto gli uomini è quello testa-collo, che in Italia rappresenta il 3% di tutte le neoplasie maligne. Lo studio della Fondazione ReS presenta un’analisi real-world dei pazienti con tumore testa-collo metastatico o recidivante utile per pianificare la loro assistenza e il loro impatto sul Servizio Sanitario Nazionale.

Migranti e covid-19

Analizzando i dati ottenuti da oltre 2500 cartelle di pazienti deceduti in ospedali italiani fra febbraio e aprile 2020, un gruppo di ricercatori dell’ISS ha valutato la mortalità per covid nei due gruppi di popolazione (migranti e nativi) confrontandola con la mortalità generale attesa (cioè, “per tutte le cause”) calcolata in base agli ultimi dati Istat pubblicati, relativi al 2018. I risultati sono stati pubblicati sugli Annali dell’Istituto Superiore di Sanità