Ranieri Guerra

A colloquio con Ranieri Guerra

Cosa differenzia l’emergenza che stiamo vivendo da quelle già vissute con Ebola e Hiv? E quali nuove sfide l’attuale pandemia sta ponendo a livello globale? Ne abbiamo parlato con Ranieri Guerra (Direttore generale aggiunto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e membro del Comitato Tecnico-Scientifico per la lotta alla covid-19), per il quale la sfida da vincere è quella di riuscire a promuovere politiche di cooperazione e solidarietà tra tutti i Paesi perché siano garantiti un’approvvigionamento e una distribuzione equi dei vaccini e dei farmaci, elementi fondamentali per il contenimento e il superamento dell’epidemia. E in questo l’Organizzazione Mondiale della Sanità è impegnata in prima linea.
Venendo all’Italia, tre sono gli interventi fondamentali da attuare per disegnare la nostra sanità nell’era post-covid: un sostenuto intervento sulla prevenzione e sulla promozione della salute; un riadeguamento dell’assistenza territoriale, soprattutto di quella domiciliare, considerando che la popolazione italiana sta invecchiando molto rapidamente; un’attenzione particolare alla stratificazione del rischio basata sulle cronicità, favorendo la possibilità di intervenire attraverso un incrocio tra assistenza sanitaria e supporto sociale.

Covid-19 e HIV

Questo dossier focalizza la sua attenzione sulle persone che vivono con Hiv, evidenziando le criticità della loro gestione clinica nell’intervista ad Andrea Antinori (INMI Spallanzani, Roma) e tutte le difficoltà con le quali queste persone si sono confrontate in questi mesi in quella a Massimo Oldrini (Lega Italiana per la Lotta all’Aids). Dalla preoccupazione di un decorso più sfavorevole in caso di contagio, alla paura per una possibile interruzione della continuità delle cure, alle iniziali difficoltà di approvvigionamento dei farmaci, al calo evidente dei test Hiv effettuati e delle attività di prevenzione, tanti sono gli spunti di riflessione offerti dai nostri interlocutori nelle loro risposte.

Chiara Montaldo

Come sta affrontando il continente africano l’attuale pandemia? E’ possibile che i paesi  occidentali abbiano qualcosa da imparare dai Paesi africani nella gestione delle epidemie? Esiste effettivamente il rischio che in questi paesi l’impatto negativo della pandemia sulla mortalità sia causato non tanto da un’azione diretta della covid-19 quanto da un’azione indiretta di indebolimento dei servizi di prevenzione e cura di altre malattie come Hiv, tubercolosi e malaria?
Ne abbiamo parlato con Chiara Montaldo, medico infettivologo dell’INMI Spallanzani e collaboratrice di Medici senza Frontiere, che ha conosciuto da vicino l’epidemia di Ebola prima in Guinea e poi nella Repubblica Democratica del Congo.

Coronavirus

Come reagiscono gli esseri umani nel XXI secolo, individualmente e collettivamente all’epidemia da coronavirus? Le sfide e le risposte, siano esse buone o cattive, sono senza tempo. Le calamità rimodellano il solito ordine sociale, ci invitano a stare lontani e a vivere isolati, portandoci a distruggere l’economia, a sostituire la fiducia con la paura e il sospetto, spingendoci a incolpare gli altri per la nostra situazione, incoraggiando bugie e causando dolore. Ma le epidemie generano anche gentilezza, collaborazione, sacrificio e ingegnosità.

I dati della letteratura finora pubblicati confermano che l’88,3% dei casi covid positivi, e specialmente quelli giunti in terapia intensiva, sono stati trattati con potenti antibiotici, fra cui cefalosporine di terza generazione, chinoloni e carbapenemi. Secondo i ricercatori del Dipartimento di Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità nell’articolo pubblicato sugli Annali, l’utilizzo indiscriminato di antibiotici ad ampio spettro, senza una sicura evidenza di sovrainfezioni batteriche o fungine, potrebbe aumentare il fenomeno dell’antibioticoresistenza durante questa pandemia.

Covid-19 e Hiv

Uno studio osservazionale condotto dal Dipartimento di Malattie Infettive dell’Università degli Studi di Brescia e pubblicato su AIDS Research and Therapy ha richiamato l’attenzione sull’impatto della covid-19 nella cura dei pazienti affetti da Hiv, sottolineando in particolare l’importanza della continuità assistenziale in un contesto emergenziale.
Pur con il limite del breve periodo di tempo analizzato, lo studio indica che la telemedicina può rappresentare uno strumento assai utile per preservare la continuità di cura, grazie anche a piattaforme sempre più evolute, e non solo in situazioni emergenziali.

Covid-19 e Africa

Dzinamarira, Dzobo e Chitungo, ricercatori appartenenti ai dipartimenti di salute pubblica delle Università del Sud Africa e Zimbawe, nell’articolo pubblicato sul Journal of Medical Virology analizzano le problematiche presenti nei Paesi africani che stanno affrontando la pandemia da Covid-19 e gli aspetti che invece possono rappresentare una risorsa e migliorare la capacità di reazione al virus del continente.