A colloquio con Maurizio Bernardo
L’industria farmaceutica in Italia rappresenta uno dei settori più importanti, con oltre 200 aziende operanti, 30 miliardi di euro di produzione, 2,6 miliardi di investimenti. E’ quanto spiega Maurizio Bernardo, illustrando quali misure potrebbero elevare la competitività del nostro Paese a livello internazionale.

Nel 2015 il Laboratorio Management e Sanità della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa ha intrapreso il progetto di ricerca ‘Il governo dell’innovazione farmaceutica in Italia’, volto a predisporre una mappatura del panorama nazionale con l’obiettivo di analizzare i modelli di governance dell’innovazione farmaceutica delle Regioni italiane, di prospettarne le linee tendenziali di sviluppo, di rilevare le best practice e i modelli virtuosi a livello regionale.
In questo dossier presentiamo, attraverso le interviste a Sabina Nuti e Federico Vola, una sintesi dei risultati.

C’è solo un modo per ridurre l’impatto delle patologie reumatiche e i loro costi diretti e indiretti: anticipare al massimo la diagnosi e trattare tempestivamente i pazienti, dal momento che oggi sono disponibili farmaci come i biologici in grado di modificare l’evoluzione della malattia, specie per le patologie artritiche.
I progressi della ricerca hanno permesso ai reumatologi di capire l’importanza del fattore tempo nell’intercettare la malattia reumatica, rendendo così possibile l’ingresso di farmaci altamente efficaci nel bloccarne l’evoluzione.
Ce lo spiegano Ignazio Olivieri e Mauro Galeazzi, rispettivamente Past President e Presidente della Società Italiana di Reumatologia.

A cura di Quinto Tozzi
L’equivoco o meglio l’errore di base che dà origine ai comportamenti di medicina difensiva è l’intuitiva convinzione, in realtà opinione soggettiva perché non suffragata da reali evidenze oggettive, che tali comportamenti aumentino la propria sicurezza, riducendo il rischio di essere coinvolti in procedimenti penali e/o risarcitori.

L’angolo della SITeCS
Durante l’ultimo decennio sono emersi alcuni scenari che stanno condizionando l’evoluzione culturale, economica e organizzativa dei sistemi sanitari, tra cui la crescita esponenziale dell’informazione biomedica, che ha reso sempre più difficile l’aggiornamento professionale del medico, e l’evidenza che l’assistenza ricevuta dai pazienti non riflette adeguatamente i risultati della ricerca, perché diversi fattori ostacolano il loro trasferimento nella pratica clinica.