Quali valori possono essere attribuiti all’innovazione terapeutica? Come raggiungere l’ambizioso obiettivo di recuperare le risorse necessarie per garantire la sostenibilità e l’efficienza del nostro sistema sanitario? La creazione di un fondo autonomo per i farmaci innovativi finanziato da una tassa di scopo può essere una risposta? Di questo e altro ancora abbiamo parlato con Gualtiero Ricciardi, Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità.

Malattie infettive che tornano a costituire una minaccia temibile, procedure chirurgiche anche banali che mettono a rischio la vita dei pazienti, medici disarmati di fronte a un’ampia gamma di infezioni: è lo scenario che potrebbe delinearsi a causa della crescente diffusione di batteri resistenti. In questo dossier un approfondimento sulle misure da attuare per arginare il fenomeno negli interventi di Federico Gelli, Laura Bianconi, Roberto Bertollini, Giovanni Rezza e di alcuni dei rappresentanti delle Società Scientifiche.

L’attuale modello regolatorio a livello centrale si sta mostrando incapace di governare la spesa farmaceutica ospedaliera, con il conseguente sfondamento dei tetti di spesa. In quest’ottica è sempre più necessario rivedere gli attuali modelli di governance a livello centrale e regionale per garantire una corretta allocazione delle risorse disponibili e preservare l’universalità e la sostenibilità economica del Servizio Sanitario Nazionale. Di questo si parla in questo dossier con rappresentanti del mondo della politica, delle istituzioni, economisti, clinici e rappresentanti delle associazioni dei pazienti.

A cura di Stefania Salmaso

Il termine è una traduzione dall’inglese ‘vaccine hesitancy’, recentemente definita dal Gruppo Strategico di Esperti per le Vaccinazioni (SAGE) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità come il ritardo o il rifiuto di adesione all’offerta di vaccinazione, nonostante la disponibilità di servizi. Non è un fenomeno limitato geograficamente o in specifici contesti, ma nel mondo si sta registrando un aumento preoccupante dei casi di atteggiamento critico nei confronti dell’offerta vaccinale, un tempo accolta invece come segno di progresso e di diritto alla salute.

Secondo una ricerca pubblicata nel 2015 dall’Institute of Medicine l’errore diagnostico interessa un adulto su 20 in ambito extraospedaliero e oltre 12 milioni di adulti all’anno soltanto negli Stati Uniti. Affrontare l’errore diagnostico è quindi ormai un imperativo morale, professionale e di salute pubblica perché rappresenta uno dei fattori di rischio più importanti per la sicurezza del paziente.