Massimo Di Maio: Patient-reported outcomes nella pratica clinica, a che punto siamo?

Massimo Di Maio: patient reported outcomes

A colloquio con Massimo Di Maio

Perché è importante che l’European Society of Medical Oncology abbia sistematizzato l’esperienza acquisita nell’applicazione dei patient-reported outcomes alla pratica clinica in oncologia con la pubblicazione sugli Annals of Oncology di apposite linee guida?

Lo abbiamo chiesto a Massimo Di Maio (Oncologia medica, Università di Torino), coordinatore del gruppo di esperti che ne ha curato la realizzazione e che ripercorre per noi la storia delle evidenze scientifiche (e quindi dei trial clinici randomizzati) a supporto dei benefici in termini di qualità di vita, di riduzione degli accessi in pronto soccorso e delle ospedalizzazioni, di aderenza al trattamento, di soddisfazione, nonché in qualche caso anche di prolungamento dell’aspettativa di vita, ottenuti in particolare dai pazienti oncologici grazie all’introduzione del monitoraggio mediante strumenti digitali dei loro sintomi e delle tossicità conseguenti ai loro trattamenti.

A fronte di questo, Di Maio è anche “consapevole che le linee guida pubblicate da ESMO siano al momento le meno applicate tra tutte quelle esistenti nella letteratura oncologica”. E questo perché “nonostante si riconosca l’importanza culturale e l’evidenza di questo approccio, il 99% degli ospedali in Italia e nel mondo non è ancora in grado di adottarlo nella routine della pratica clinica”. Servirebbero infatti più risorse sia per formare il personale sanitario e gli stessi pazienti e i loro caregiver sulla necessità di sfruttare questo approccio sia per assumere nuovi medici e infermieri dedicati nello specifico a a queste attività.

“Abbiamo scritto chiaramente nelle linee guida – sottolinea infatti Di Maio – che non si può pensare che il personale già risicato presente nelle nostre oncologie si accolli anche questo impegno quotidiano, in aggiunta alle mille incombenze alle quali già adempie, perché il sistema salterebbe, dato che il paziente si aspetta che il sintomo venga gestito in tempo reale.”

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Massimo Di Maio, Direttore Oncologia Medica, Azienda Ospedaliera Ordine Mauriziano di Torino e professore ordinario di Oncologia Medica presso il Dipartimento di Oncologia dell’Università di Torino

La videointervista

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A colloquio con Massimo di Maio

 

Da Care 4-5, 2022