Telemedicina e scompenso cardiaco

Telemedicina e scompenso cardiaco

L’impatto della pandemia sui pazienti con scompenso cardiaco è stato importante perché si tratta della categoria di pazienti che ha riscontrato la mortalità maggiore e un ricorso duplicato all’ospedalizzazione quando colpita dal virus, ci spiega Salvatore Di Somma. E anche quando il virus si presenta in una forma meno grave, i soggetti colpiti sono a rischio di sviluppare scompenso cardiaco e, se se già affetti da questa patologia, di sviluppare danni ulteriori.

In questo contesto i servizi di telemonitoraggio e televisita hanno rappresentato una risorsa importante, come testimonia l’esperienza molto positiva vissuta presso il Polo Pontino della Sapienza dove il professor Di Somma è responsabile dei progetti di telemedicina per la ASL Latina. Circa 4000 pazienti con covid-19 non ospedalizzati hanno potuto essere gestiti a distanza grazie a un telefonino che consentiva loro di trasmettere due volte al giorno da casa a una centrale di telemonitoraggio infermieristica i dati relativi alla loro saturimetria, frequenza respiratoria e cardiaca, temperatura e stato clinico.

“Sulla scia del successo di questa iniziativa – ci racconta Di Somma – insieme all’Associazione Italiana Scompensati Cardiaci (AISC), abbiamo avuto l’idea di trasferire immediatamente questa esperienza ai pazienti domiciliari con scompenso cardiaco per monitorare costantemente il loro stato di salute. Con questa esperienza, che parte come progetto pilota, pensiamo di rispondere perfettamente alle esigenze del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che prevede di inserire in modo sistematico la telemedicina nel monitoraggio e nella gestione delle patologie croniche attraverso la creazione delle centrali operative territoriali (COT) a gestione infermieristica per la verifica e il controllo dei dati. Quello che come Associazione Italiana Scompensati Cardiaci stiamo cercando di realizzare è un modello che, da una parte, prevede di ottimizzare l’engagement del paziente quando non avvezzo all’utilizzo di device digitali tramite l’aiuto offerto da un caregiver o dall’Associazione stessa e dall’altra sia in grado di intercettare ogni minima variazione nello stato di salute del paziente affetto da scompenso cardiaco, consentendo al medico di cambiare la terapia attraverso il ricorso alla  televisita e, se serve, a un teleconsulto a tre, coinvolgendo anche il medico di medicina generale.”

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Da Care 1/2, 2022

Salvatore Di Somma, Professore di Medicina Interna e Direttore della Scuola di Specializzazione in Medicina D’Emergenza-Urgenza, Sapienza Università di Roma; Responsabile Telemedicina e Implementazione Assistenza Territoriale ASL-Latina (Polo Pontino – Sapienza Università di Roma); Direttore Scientifico Associazione Italiana Pazienti con Scompenso Cardiaco (AISC)