Francesco Gabbrielli: trasformazione digitale della nostra sanità: a che punto siamo?

A colloquio con Francesco Gabbrielli

In qualità di Direttore del Centro Nazionale per la Telemedicina e le Nuove Tecnologie Assistenziali dell’Istituto Superiore di Sanità, Francesco Gabbrielli è a capo di una struttura determinante nella costruzione di un sistema italiano di telemedicina robusto e sicuro per i pazienti e i professionisti, in grado di superare la frammentazione  riscontrata finora in tante esperienze locali . E lo dimostra il contributo fattivo dato dal Centro all’Accordo-Stato Regioni sulle Indicazioni nazionali per l’erogazione di prestazioni e servizi di telemedicina da parte delle professioni sanitarie di dicembre 2020 e quello più recente della fine 2021 sulle Indicazioni nazionali per l’erogazione di  prestazioni e servizi di teleriabilitazione.

Per far fronte all’aumentata richiesta di digitale, emersa dalla pandemia, due sono le sfide importanti, alle quali secondo Gabbrielli non è più possibile sottrarsi.

La prima è quella di incrementare la nostra capacità di gestire i dati sanitari in maniera corretta, coerente e uniforme su tutto il territorio nazionale, perché, se questi dati devono essere condivisi sia per motivi di ricerca sia per realizzare una programmazione sanitaria rispondente alle reali esigenze di salute dei cittadini e per assistere al meglio il singolo paziente, lo si deve poter fare garantendo la protezione e la sicurezza di questi dati sotto tutti i punti di vista.

La seconda è quella della tariffazione dei servizi di telemedicina, che hanno un loro costo di realizzazione. Ora, spiega Gabbrielli, esiste una tariffazione che si basa sul concetto della omologazione del trattamento di telemedicina rispetto a quello in presenza, omologazione che è stata utilissima durante la pandemia per accelerare la messa a sistema di servizi in telemedicina che dovevano essere attivati rapidamente per fare fronte all’emergenza nazionale, ma che non può durare a lungo perché non tiene conto di una serie di fattori di spesa molto rilevanti non solo nel costruire un sistema di telemedicina, ma anche nel tenerlo aggiornato nel tempo.

E ancora a proposito della realizzazione della piattaforma nazionale di telemedicina, Gabbrielli sottolinea quanto sia complesso valutare come inserire appropriatamente una tecnologia nell’organizzazione di un servizio sanitario in un certo territorio, che presenta inevitabilmente esigenze specifiche da risolvere diverse da quelle di un altro territorio. Se l’idea di dotare il sistema italiano di una piattaforma di riferimento è quindi concettualmente estremamente sfidante e promettente, la partita importante consisterà nel costruire qualcosa di veramente utile alla pratica clinica.

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Francesco Gabbrielli, Direttore del Centro Nazionale per la Telemedicina e le Nuove Tecnologie Assistenziali, Istituto Superiore di Sanità

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