A colloquio con Francesco Vaia
Come centro di eccellenza e di riferimento nazionale per la diagnosi e la cura delle malattie infettive, l’INMI Lazzaro Spallanzani è stato collocato fin dalle prime fasi dell’esplosione della pandemia in una posizione di rilievo per quanto riguarda sia gli aspetti assistenziali sia l’ambito della ricerca.
“E’ stato proprio questo stretto binomio tra assistenza e ricerca, che costituisce l’aspetto chiave della mission istituzionale dello Spallanzani, uno dei requisiti vincenti dell’Istituto nell’affrontare la nuova malattia, un virus di cui non si sapeva nulla e di cui abbiamo scoperto, con la ricerca portata sul campo, al letto del paziente, i meccanismi di patogenesi e le risorse cliniche, diagnostiche e terapeutiche per fronteggiarne le temibili conseguenze”, ci spiega il suo direttore Francesco Vaia.
Se durante la prima fase di emergenza l’altissimo numero di pazienti acuti e critici affluiti nella struttura ha reso di fatto difficile la loro coesistenza con i percorsi consolidati di gestione delle altre patologie infettive, la situazione si è andata progressivamente normalizzando nel corso della seconda ondata grazie all’adozione di nuove procedure di sicurezza che hanno permesso a tutti i reparti di riprendere pienamente la loro attività.
L’implementazione dei servizi di telemedicina, che ha consentito di creare nuovi percorsi di assistenza virtuale in grado di garantire comunque un’alta qualità delle prestazioni e protocolli di monitoraggio a distanza rivolti ai pazienti non ospedalizzati con criticità infettive, è stata la chiave vincente per garantire continuità assistenziale a questi pazienti. Lo stesso è accaduto con i pazienti affetti da HIV in terapia, continua a spiegare Vaia, ai quali è stata garantita dall’Istituto la continuità nei servizi, pur nel calo delle prestazioni che è stato registrato a livello generale soprattutto per quanto riguarda l’accesso ai test HIV.
“Possiamo dire, anche con orgoglio e rassicurando chi si rivolge a noi come centro di riferimento per HIV e per altre malattie infettive croniche, che mai come in questo momento la nostra attenzione e la nostra capacità organizzativa è stata così elevata e intensa al fine di fronteggiare le complesse sfide che la pandemia da covid-19 ha posto a tutta l’organizzazione sanitaria, nel nostro paese e su scala globale” conclude Vaia.
L’intervista [PDF 2MB]
Da Care 4-5, 2021
Francesco Vaia, Direttore INMI Lazzaro Spallanzani, Roma