La prevalenza di HCV in Italia oscilla tra l’1% e il 2%, anche se studi precedenti hanno stimato tassi fino al 7% nei nati tra il 1935 e il 1944, con differenze geografiche nella distribuzione e con tassi più elevati nel Sud Italia. Il nostro è inoltre il paese europeo con il più alto tasso di mortalità per epatite C (38 decessi per milione di abitanti contro i 13 della media UE) e con uno dei maggiori oneri.
Da quanto detto, appare evidente come l’impatto economico della progressione della malattia sia particolarmente gravoso per il nostro Servizio Sanitario Nazionale, anche perché i portatori cronici asintomatici possono continuare a essere contagiosi anche in assenza di segni clinici e laboratoristici di malattia epatica. Per eliminare l’epatite C in Italia, secondo l’obiettivo stabilito dall’OMS, occorrerebbe poter diagnosticare non meno del 90% delle persone infette e trattare almeno l’80% di quelle diagnosticate entro l’anno 2030. Sotto questo profilo, lo screening degli individui ignari di aver contratto l’infezione resta lo strumento essenziale per perseguire gli obiettivi prestabiliti.
I recenti investimenti in terapie innovative, con l’introduzione dei cosiddetti farmaci ad azione antivirale diretta (DAA) di seconda generazione, hanno però creato nuove opportunità di cura, fino a poco tempo fa impensabili, e appaiono oltretutto vantaggiosi sotto il profilo della costo-efficacia. Lo studio condotto dall’Istituto Superiore di Sanità e dall’Università di Tor Vergata ha dimostrato un risparmio di oltre 52 milioni di euro per mille pazienti trattati con DAA, ottenendo un ritorno dell’investimento effettuato per la terapia antivirale entro 6 anni o poco più.
Purtroppo, a causa della pandemia da covid-19, le strategie di screening e di trattamento degli individui contagiati hanno subito una parziale battuta d’arresto, mettendo seriamente in discussione il raggiungimento degli obiettivi fissati per il 2030. Fino ad oggi, anche grazie all’accesso universale ai farmaci antivirali sancito nel 2017, risultano trattati in Italia circa 220.000 pazienti, ma si stima che almeno 280.000 individui siano tuttora ignari della propria condizione.
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Da Care 4/5, 2021
Fonte Kondili LA, Aghemo A, Andreoni M. Challenges on the achievement of World Health Organization goals for HCV elimination in Italy: need for a regional programmatic approach on screening and linkage to care. Ann Ist Super Sanità 2021; 57: 263-266