La pandemia ha mostrato quanto i sistemi sanitari di tutto il mondo siano frammentati e sottofinanziati, facendo emergere gravi mancanze nelle infrastrutture sanitarie pubbliche, anche in paesi un tempo indicati come ‘gold standard’. Nell’articolo di Lal et al, pubblicato sul Lancet, si vuole analizzare tale frammentazione in termini di politiche legate alla sicurezza sanitaria globale (Global Health Security) e alle coperture universalistiche (Universal Health Coverage).
Sebbene l’OMS abbia dato massima priorità a sicurezza e universalità, le risorse sempre più scarse costringono spesso i responsabili politici a compiere scelte difficili, di solito dando precedenza a un’agenda rispetto a un’altra. Le conseguenze di questi squilibri sono state già rilevate durante l’epidemia di Ebola, durante la quale tante persone hanno perso la vita per malaria non trattata piuttosto che per Ebola a causa della riduzione e del sovraccarico dei servizi sanitari. Anche la Commissione Lancet sulle sinergie tra universalità, sicurezza sanitaria e promozione della salute aveva iniziato a esaminare le relazioni tra queste tre priorità e le corrispondenti agende, rilevando che i contesti stanno cambiando molto velocemente e sono necessarie analisi approfondite per trarre conclusioni definitive.
Sebbene la risposta alla covid-19 sia in corso e i contesti siano in evoluzione, il modo in cui i paesi fronteggiano la pandemia dipende, in ultima analisi, da quanto i loro sistemi sanitari siano resilienti. Sistemi sanitari veramente universali e globali in tutti i paesi saranno la nostra più forte difesa contro una prossima grande pandemia.
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Da Care 3, 2021
Fonte Lal A, Erondu NA, Heymann DL et al. Fragmented health systems in covid-19: rectifying the misalignment between global health security and universal health coverage. Lancet 2021; 397: 61-67.