Percezione del rischio di infezione da Hiv in Italia: lo studio dell’ISS

Nel 2018 più della metà delle persone con una nuova diagnosi di Hiv è stata diagnosticata in fase avanzata di malattia, nello specifico il 57,1% con un numero di linfociti CD4 inferiore a 350 cell/mm3 e e il 37,8% con un numero di linfociti CD4 inferiore a 200 cell/mm3.

Le diagnosi spesso tardive fanno ipotizzare una percezione del rischio di infezione da Hiv ancora troppo bassa nella popolazione generale, segnalando la necessità di approfondire il problema: l’identificazione dei principali fattori correlati a una ridotta percezione del rischio nella popolazione può consentire infatti di individuare le fasce di individui su cui concentrare l’attenzione e implementare nuove campagne di educazione sanitaria.

Questo è stato lo spunto di partenza di uno studio osservazionale condotto da un gruppo di ricercatori dell’ISS e dell’Istituto Spallanzani di Roma e pubblicato sugli Annali, condotto grazie al Sistema di sorveglianza delle infezioni da Hiv, che ha fornito informazioni sulle caratteristiche demografiche dei pazienti, il loro status clinico (conta dei CD4, carica virale, condizioni generali) e le motivazioni che hanno portato a eseguire il test.

Sulla base di questi dati è stata effettuata un’anali della percezione del rischio che ha portato alle seguenti conclusioni. Gli individui con minore percezione del rischio erano prevalentemente maschi, eterosessuali, tossicodipendenti, di età superiore a 40 anni e con livello di istruzione inferiore. Per quanto riguarda lo status socioeconomico, la percezione del rischio è apparsa più bassa nelle fasce di popolazione con reddito inferiore ma anche, inaspettatamente, nelle fasce a reddito superiore (per esempio, nelle regioni settentrionali) rispetto a quelle con reddito intermedio.

L’articolo [PDF: 80 kb]

Da Care 4-5 2020

Fonte
Dorrucci M, Regine V, Pezzotti P et al: Demographic and socio-economic determinants ofpoor Hiv-risk perception at first Hiv diagnosis: analysisof the Hiv surveillance data, Italy 2010-2016. Ann Ist Super Sanità 2020; 56(3): 267-276