Lo studio di Ferretti et al, pubblicato su Science, si è posto l’obiettivo di analizzare i parametri chiave della diffusione dell’epidemia da COVID-19 per stimare il contributo di diverse vie di trasmissione e determinare i requisiti per l’isolamento dei casi e per il tracciamento dei contatti necessari per fermarla.
La conclusione dello studio è che la diffusione virale è troppo veloce per essere contenuta dal tracciamento manuale dei contatti, ma che potrebbe essere controllata se questo processo fosse più veloce, più efficiente e si verificasse su larga scala.
Tuttavia occorre registrare, ricorda Eugenio Santoro (Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, Milano) commentando questo articolo, che l’app da sola, sia nella versione di Ferretti, sia in quella di Immuni, non sarà sufficiente nel contenimento della pandemia se non è accompagnata da un maggiore uso dei tamponi (unico modo per garantire la reale positività di un individuo che, a cascata, consentirebbe ai suoi contatti di essere allertati), da test sierologici, da una migliore gestione dei servizi sanitari sul territorio, dall’attivazione di lockdown circoscritti (se e quando saranno necessari) e dalla disponibilità di luoghi dove i soggetti positivi non gravi di COVID-19 possano osservare la quarantena e i rispettivi contatti osservare l’autoisolamento quando lo spazio nelle abitazioni di costoro non dovesse essere sufficiente o adeguato.
L’articolo [PDF: 160 kb]
Da Care 1-2, 2020
Fonte Ferretti L, Wymant C, Kendall M et al, Quantifying SARS-CoV-2 transmission suggests epidemic control with digital contact tracing. Science 2020 Mar 31; pii: eabb6936. doi: 10.1126/science.abb6936. [Epub ahead of print]