Sono stati ricordati lo scorso novembre i primi venti anni di vita della legge 91/1999, istitutiva del Centro Nazionale Trapianti e della attuale rete trapiantologica italiana, realtà ormai attiva e consolidata su tutto il territorio nazionale. È grazie a questa legge che il nostro paese si è potuto allineare con gli Stati aventi la legislazione più
evoluta in materia, arrivando a diventare un’eccellenza ed un vero e proprio modello di riferimento internazionale.
Anche grazie al nuovo sistema, nel corso di questi venti anni si è registrata una riduzione dei tempi medi di attesa di trapianto e, nel contempo, si è avuto un importante incremento numerico sia dei trapianti che delle donazioni, che hanno mostrato nel quadriennio 2014-2018 un trend di crescita del 24,4%.
Quello dei trapianti è indubbiamente un campo particolarmente ampio ed articolato, denso di implicazioni non solo di carattere medico, ma anche etico ed antropologico: il rispetto della vita del donatore e di quella del ricevente, la volontarietà della donazione e l’acquisizione del consenso informato, la definizione di morte, sono solo alcune delle tematiche con le quali gli operatori coinvolti si trovano a confrontarsi ogni giorno e sulle quali è impossibile non riflettere.
Il corretto funzionamento di questi complessi meccanismi ha come presupposto la formazione continua del personale coinvolto e passa attraverso la definizione di specifici percorsi e procedure da parte del Coordinatore locale, in sinergia con la Direzione ospedaliera. Tali percorsi devono essere condivisi e diffusi in tutto l’ospedale e sono il presupposto indispensabile per il riconoscimento e la rapida segnalazione dei potenziali donatori.
La Direzione dell’ospedale assume un ruolo fondamentale in ogni fase del processo, a partire dalla nomina del Collegio medico per l’accertamento della morte cerebrale, del quale i medici di Direzione possono, secondo normativa, far parte. Compito della Direzione è inoltre acquisire, tramite il personale medico di reparto, il consenso
dei familiari per la donazione degli organi e accertare la corretta compilazione di tutta la modulistica; stabilire i contatti con il Centro di riferimento regionale e con le équipe chirurgiche di prelievo; coordinare le attività di organizzazione tecnica delle sale operatorie e verificare la corretta organizzazione dei trasporti. La Direzione
dell’ospedale trasmette inoltre alla Regione e all’Osservatorio epidemiologico regionale, ai fini statistici ed epidemiologici, la copia dei verbali di accertamento della morte, redatti dal Collegio medico. Compito della Direzione dell’ospedale, di concerto con il Coordinatore locale, è anche la misurazione dei risultati e la valutazione periodica dell’efficienza del processo di donazione attraverso specifici indicatori: il medesimo processo di donazione degli organi è infatti un indicatore di qualità e di eccellenza della struttura sanitaria.
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Da Care 4, 2019