Salute donna onlus e altre 23 associazioni al fianco dei pazienti oncoematologici del Lazio

Salute Donna onlus, con le 23 Associazioni dei pazienti aderenti al progetto “La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere”, si fa portavoce dei bisogni dei pazienti oncoematologici del Lazio sostenendo le istanze di Fondazione GIMEMA e AIL nell’incontro “Far viaggiare il sangue, non il paziente: abbattere gli ostacoli per semplificare l’accesso alla diagnostica d’eccellenza” (Consiglio Regionale del Lazio, 6 dicembre), che apre un confronto costruttivo con le Istituzioni sanitarie regionali del Lazio su questo tema.

La complessità delle indagini necessarie a tipizzare le diverse forme di malattie del sangue per scegliere la terapia giusta ha indotto gli ematologi a realizzare una Rete nazionale di diagnostica integrata, LabNet, costituita da laboratori specializzati, che operano unicamente nel SSN, con l’obiettivo di offrire la migliore qualità disponibile negli accertamenti di diagnostica molecolare e di genomica utilizzando laboratori di eccellenza esistenti, senza generare nuova spesa e ottimizzando le risorse a disposizione. La Rete LabNet è presente e attiva anche nella Regione Lazio dove assicura una fluida circolazione dei campioni di sangue tra i laboratori dei Centri di ematologia regionali per i circa 20.000 pazienti onco-ematologici. Questo consente di assicurare sempre una diagnosi tempestiva e accurata e l’accesso alle terapie più innovative.

L’obiettivo dell’incontro è quello di ottenere il riconoscimento istituzionale di questa rete, così da semplificare le procedure burocratiche e amministrative che spesso rendono estremamente complicato spedire un campione biologico da un centro clinico, dove è stato prelevato al paziente, al laboratorio di un altro Centro ematologico a dispetto dell’assoluta disponibilità degli operatori sanitari.

E le dichiarazioni di Giuseppe Simeone, Presidente della VII Commissione Sanità del Consiglio Regionale del Lazio, fanno ben sperare. «Il valore del dialogo fra Istituzioni, pazienti ed esperti del settore è irrinunciabile – ha infatti dichiarato Simeone  – soprattutto nel campo dell’onco-ematologia, dove è nostro compito portare alla luce il vissuto dei pazienti e di chi di loro si prende cura al fine di favorire una presa in carico sempre più efficace e in linea con i tempi. In questa prospettiva i fatti messi in evidenza dal gruppo ‘La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere’, con la collaborazione scientifica di AIL e Fondazione GIMEMA, sulla circolazione dei campioni all’interno della Rete dei laboratori ematologici esistente nella Regione Lazio, ai fini di una diagnosi migliore e più tempestiva, possono essere uno spunto per mettere in campo nuove azioni per avvicinare i servizi ai cittadini e renderli il cuore pulsante e concreto della sanità a qualsiasi livello. Il nostro impegno da sempre è quello di portare nella sanità, nell’assistenza, nell’accesso alle prestazioni quei principi di equità, tutela della salute e diffusione capillare delle cure che oggi sono ancora, purtroppo, mancanti. Su questo abbiamo sempre lavorato e su questo continueremo a lavorare per dare al Lazio una sanità all’altezza dei suoi cittadini».

Anche Annamaria Mancuso, Presidente di Salute Donna onlus, ha ribadito che «l’azione che vede impegnata Salute Donna onlus nel Lazio a sostegno delle Associazioni di pazienti che si occupano di onco-ematologia ha lo scopo di sensibilizzare le Autorità sanitarie regionali nei riguardi di una problematica puramente organizzativa che, se presa in considerazione, potrebbe migliorare di gran lunga la qualità di vita dei pazienti con tumori del sangue, sia dal punto di vista fisico sia sociale che economico. Le reti, ricordiamolo, sono uno strumento importante anche per evitare i costi ai pazienti e alle Aziende sanitarie pubbliche».

A disposizione dei lettori di CARE, un dossier di approfondimento sul progetto “La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere” e sul tema delle reti oncoematologiche in particolare.