La stagione influenzale 2018-19 è stata definita ‘di intensità media’ dagli esperti, che si aspettano
circa 5 milioni di italiani contagiati. A questi si aggiungeranno gli italiani colpiti dalle infezioni
respiratorie simil-influenzali di origine virale, che colpiscono durante tutti i 12 mesi, a differenza
dell’influenza vera e propria che incide in un preciso e preventivabile periodo dell’anno.
Dati recenti indicano che l’influenza ci costa ogni anno una cifra assai prossima ai 10 miliardi
di euro. Secondo queste stime circa il 75% dei costi deriva in primis dall’assenteismo lavorativo
e/o scolastico indotto dall’infezione influenzale o simil-influenzale e poi dalla spesa per farmaci
sintomatici di fascia C e quindi a totale carico del cittadino.
Si ricorda che l’efficacia della campagna vaccinale antinfluenzale è data dall’insieme di diversi
fattori: tipo di virus circolanti, efficacia del vaccino, copertura vaccinale nella popolazione, copertura
vaccinale delle persone a rischio. Un’elevata copertura vaccinale può compensare in parte il calo dell’efficacia vaccinale. Per ridurre significativamente la morbosità per influenza e le sue complicanze, nonché l’eccesso di mortalità, è necessario raggiungere coperture elevate nei gruppi di popolazione target della vaccinazione, in particolare nei soggetti ad alto rischio di tutte le età.
La valutazione economica dell’intervento vaccinale può essere condotta con diversi approcci come quello della revisione della letteratura scientifica, dell’analisi costo-efficacia, dell’analisi costo-utilità, dell’analisi di minimizzazione dei costi e della budget impact analysis.
Il ruolo della valutazione economica è fondamentale perché:
1) incoraggia decisioni basate su costi/esiti piuttosto che sul taglio indiscriminato dei costi;
2) aiuta i decisori della sanità a definire priorità di intervento e a scegliere le opportunità di prevenzione, diagnosi e cura più costo-efficaci.
Seguendo questa linea di pensiero, un gruppo di ricercatori del CESP (Centro di Studio e Ricerca
sulla Sanità Pubblica) e dell’Università degli Studi di Milano Bicocca ha condotto una revisione
sistematica della letteratura sulla valutazione economica della vaccinazione antinfluenzale,
selezionando da una base di partenza di ben 935 pubblicazioni, 30 studi condotti in 5 differenti
sottogruppi di popolazione: bambini, adulti, anziani, donne incinte e pazienti ad alto rischio.
I risultati, pubblicati sugli Annali dell’Istituto Superiore di Sanità, hanno inequivocabilmente mostrato che la strategia vaccino versus no vaccino è complessivamente cost-saving sia nella prospettiva del terzo pagante che nella prospettiva della società.
L’articolo [PDF: 100 kb]
Fonte D’Angiolella LS et al, Ann Ist Super Sanità 2018; 54: 49-57