Il tema del risarcimento legato ai danni che i partecipanti alle ricerche e sperimentazioni cliniche
possono subire solleva questioni etiche di equità e parità di trattamento tra i pazienti che vi partecipano là dove lo studio sia multicentrico. È infatti necessario considerare che è in crescita la quantità di studi multicentrici che coinvolgono centri clinici ubicati in Paesi diversi e con diverse regolamentazioni rispetto agli indennizzi in questo campo. Si pensi che il numero di studi clinici registrato su clinicaltrials.gov è aumentato da 5636 nel 2000 a 167.456 nel 2014 ed oltre il 51% è condotto in Paesi diversi dagli Stati Uniti.
Il Brasile, la Russia, l’India, la Cina e il Sudafrica (BRICS) sono tra i principali centri di sperimentazione clinica. Nonostante gli eventi dannosi legati alla ricerca non siano rari, pochi casi ottengono un indennizzo: in India la Corte Suprema ha rivelato che tra il 2005 e il 2012 sono morti 2868 partecipanti a studi clinici e solo per 82 di essi è stato concesso un risarcimento ai familiari.
Da Paese a Paese esistono infatti politiche diverse e l’azienda che finanzia lo studio può affrontare in modi differenti le conseguenze di tali danni entro lo stesso studio multicentrico, a seconda del Paese di appartenenza del centro in cui il paziente è in cura. Ciò determina una diversità di trattamento tra partecipanti a stessi trial, cosa che non è eticamente accettabile.
L’obiettivo dello studio di Chingarande e Moodley, pubblicato su BMC Medical Ethics, è dunque quello di effettuare una analisi comparativa delle politiche di indennizzo nei Paesi BRICS, per evidenziarne diversità ed analogie, e proporre un modello più omogeneo e equo.
L’articolo [PDF: 110 kb]
Fonte Chingarande GR , Moodley K, BMC Medical Ethics 2018; 19: 8
Da Care 4, 2018