Corruzione: studi europei e statunitensi a confronto

corruzione servizi sanitari

Negli ultimi anni la lotta contro la corruzione nei sistemi sanitari si è intensificata. L’European
Healthcare Fraud and Corruption Network (EHFCN) calcola che a causa della corruzione si perdano in Europa circa 56 miliardi di euro all’anno e negli Stati Uniti si stima che le perdite arrivino a 75 miliardi di dollari.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha lanciato un programma volto a combattere la corruzione
nell’industria farmaceutica e la Commissione Europea ha istituito meccanismi di valutazione periodica della corruzione. In letteratura sono disponibili varie definizioni di corruzione, che coinvolgono anche l’ambito sanitario, e diverse sono le modalità proposte per combattere le tante manifestazioni di questo fenomeno. Per molto tempo si è però analizzato soprattutto il fenomeno della corruzione individuale,  focalizzando l’attenzione su atti commessi da singoli come la frode o l’appropriazione indebita.

Di recente è cresciuta l’attenzione verso le azioni che non si configurano necessariamente come illegali, ma che hanno le potenzialità per minare alla radice le finalità ultime del sistema in cui sono commesse, causando anche considerevoli perdite in termini di risorse economiche. L’analisi di queste forme non illegali di corruzione è stata condotta per la prima volta all’inizio degli anni novanta in uno studio di Dennis Thompson (1995)2, che identificò alcuni comportamenti messi in atto dai membri del congresso degli Stati Uniti, che rappresentavano una parte necessaria o addirittura desiderabile dei loro doveri istituzionali, ma che avevano la tendenza a danneggiare la legislatura e il processo democratico. La tipologia proposta da questo autore è importante perché gli studi che stimano il peso economico della corruzione sono solitamente basati sugli atti corruttivi illegali e criminosi, cioè quelli che ricadono nella categoria della corruzione individuale. D’altra parte, gli atti di corruzione propriamente illegali si generano più agevolmente in sistemi che facilitano queste modalità di comportamento e in questo entra in gioco la corruzione istituzionale.

L’obiettivo dello studio di Sommersguter e dei suoi colleghi,  pubblicato su Applied Health Economics and Health Policy, è quello di fornire una descrizione dettagliata delle categorie di Thompson e delle analisi e tipologie proposte dall’EHFCN e da un recente studio della Commissione Europea, e di esplicitare le relazioni tra tali tipologie, fornendo uno strumento analitico integrato che permetta di identificare meglio le forme reali della corruzione nei sistemi sanitari.

L’articolo [PDF: 100 kb]

Fonte Sommersguter-Reichman M et al, Appl Health Econ Health Policy 2018; 16: 289-302