Negli ultimi quaranta anni molti Paesi hanno avviato nei propri sistemi sanitari dei processi di decentralizzazione, cercando di introdurre una governance multilivello. Queste politiche di
devoluzione hanno però mostrato alcuni limiti, perché nel tempo sono emerse problematiche di
sostenibilità finanziaria, di equità nell’accessibilità ai servizi, di diseguaglianze negli outcome di
salute con ampie differenze nelle performance interregionali.
In Italia, la recente normativa relativa ai piani di rientro per le aziende ospedaliere, e non più solo per le
Regioni, rappresenta un passo importante verso una maggiore centralizzazione che corregga gli effetti più negativi delle politiche di devoluzione avviate all’inizio degli anni duemila.
Secondo le autrici dell’articolo pubblicato su Health Policy vi sono però alcuni limiti insiti nel decreto. Intanto esso non affronta le debolezze manageriali esistenti: i direttori generali che hanno causato i deficit o le carenze clinico-assistenziali sono anche coloro che devono garantire il successo dei Piani. Inoltre le analisi finanziarie degli ospedali si basano su report disomogenei, nei quali l’affidabilità e la comparabilità dei dati non sono scontate. Infine, il monitoraggio delle performance ospedaliere ha
mostrato molte differenze intraregionali e non solo interregionali legate a debolezze manageriali.
L’articolo [PDF: 250 kb]
Fonte Mauro M et al, Health Policy 2017; 121: 582-587