Quanto possono aver influito sul calo della fiducia nelle vaccinazioni le notizie circolate sul web sulla presunta e falsa relazione tra la vaccinazione contro il morbillo, la parotite e la rosolia e la manifestazione della sindrome dello spettro autistico?
A questa domanda ha provato a rispondere un gruppo di ricercatori dell’Università di Pisa, coordinato
da Pier Luigi Lopalco, che ha monitorato nell’arco di tempo compreso tra l’1 gennaio 2010 e il 31 dicembre 2015 le ricerche fatte su internet, i tweet e i post su Facebook individuati attraverso le parole chiave ‘vaccino autismo’, ‘vaccini autismo’, ‘vaccino morbillo autismo’, ‘vaccino morbillo parotite rosolia autismo’ e ‘MPR autismo’.
I risultati dell’analisi statistica hanno dimostrato una correlazione negativa significativa tra il calo della copertura vaccinale e le ricerche effettuate su internet (p = 0,043), i tweet (p = 0,013) e i post su FB (p = 0,004). La forza della correlazione si è dimostrata maggiore con FB, come dimostrano i valori di p, molto probabilmente perché è stato più facile effettuare l’analisi qualitativa dei contenuti e selezionare i post con ‘sentiment’ negativo rispetto alle vaccinazioni.
Anche se uno dei limiti dello studio sia l’aver effettuato l’analisi a livello nazionale senza considerare
le differenze regionali sulle strategie di implementazione e sulla copertura vaccinale, bisogna considerare che il calo nelle coperture ha coinvolto dopo il 2012 tutte le Regioni in modo simile.
Per questo gli autori concludono sostenendo che “scoprire e monitorare la diffusione di notizie contrarie all’evidenza scientifica è utile per valutare i livelli di esitazione vaccinale presenti nella popolazione e per far sì che le autorità preposte mettano in atto tempestivamente campagne informative mirate, volte a contrastare con efficacia la diffusione di notizie false”.
L’articolo [PDF: 250 Kb]
Fonte Aquino F et al, Vaccine 2017; 35: 4494-4498