La demenza colpisce 50 milioni di persone in tutto il mondo, numero che sarà triplicato nel 2050. Ogni 3 secondi nel mondo una persona sviluppa questa patologia. Più della metà delle persone affette da demenza vive in Paesi a basso e medio reddito, dove solo il 10% dei malati riceve una diagnosi. Nel 2018 la demenza diventerà una malattia da mille miliardi di dollari.
Per rispondere a questa emergenza l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha adottato, nell’ambito della 70esima Assemblea Mondiale sulla Sanità, il Piano Globale di Azione sulla Risposta di Salute Pubblica alla Demenza 2017-2025. Il Piano espone i principali problemi da affrontare per ridurre l’impatto della demenza e fornisce ai governi un quadro di interventi da attuare, riconoscendo anche che migliorare la vita delle persone con demenza e dei loro familiari è una questione relativa ai diritti umani. Attualmente solo 29 dei 194 Stati membri – la metà dei quali in Europa – ha sviluppato un piano sulla demenza. In Italia esiste un Piano sulle demenze, ma ancora senza stanziamento di fondi.
In occasione della celebrazione della XXIV Giornata Mondiale Alzheimer, la presidente della Federazione Alzheimer Italia Gabriella Salvini Porro ha ricordato in particolare l’importanza di superare lo stigma che ancora colpisce questi pazienti. “Le persone con demenza vivono in una realtà dove la disinformazione relativa alla loro vita e al loro essere è ancora diffusa: l’etichetta di ‘malati di mente’, che spesso viene loro affibbiata, è intollerabile. La persona con demenza deve essere vista per quello che è: prima di essere un malato, è una persona esattamente come tutti noi, con una dignità che va rispettata e tutelata. Combattere la disinformazione significa battersi contro l’attuale e ingiustificata stigmatizzazione dei malati e dei loro familiari. Una nostra lotta in questo senso ha oggi una maggior possibilità di migliorare la qualità di vita del malato di quanto non possano fare i farmaci attualmente esistenti”.
Anche la presidente di A.I.M.A. Patrizia Spadin ha rilasciato una dichiarazione in occasione di questa giornata per spiegare la sua amarezza rispetto all’assenza di interventi davvero efficaci in sostegno dei malati e dei loro familiari. “In occasione della 24° Giornata Mondiale Alzheimer avrei una gran voglia di tacere. Non lo farò: mi sono scoperta così arrabbiata che vale la pena spiegarne i motivi, per le persone cui interessa … Nel tempo, come si usa dire oggi, la demenza è stata sdoganata. Ognuno ritiene di aver qualcosa di indispensabile da dire o da fare intorno, per o contro la demenza se appena ne viene a contatto … Siamo tornati alla fase descrittiva: quanto soffrono malati e familiari! Ma il salto di qualità si è di nuovo allontanato: cosa serve alle famiglie? Non basta la generica affermazione che sono soli e abbandonati e che lo stato non ci pensa. Serve una battaglia politica seria e condivisa per raggiungere dei risultati concreti. Ma ciascuno degli attuali protagonisti corre da solo.”