E’ giunto alla quinta edizione il progetto Una misura di performance dei SSR, proposto e sviluppato dal team di ricerca del CREA Sanità dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, coordinato da Federico Spandonaro e Daniela d’Angela. Il team si è valso della collaborazione di un panel di esperti afferenti a cinque categorie di stakeholder (industria medicale, istituzioni, management aziendale, professioni sanitarie e utenti).
Il metodo
La metodologia utilizzata si basa sui principi della multi-dimensionalità della performance, con l’inserimento quest’anno dell’Innovazione come nuova dimensione di valutazione che si aggiunge a quelle già presenti in passato (Sociale, Economico-finanziaria, Appropriatezza e Esiti), e della multi-prospettiva, che consentono di ottenere una ‘media’ delle valutazioni dei diversi stakeholder, producendo un indice sintetico di performance per ogni SSR. Il set di 15 indicatori, 3 per ogni dimensione, è stato selezionato dal panel di esperti in funzione della loro rilevanza e attendibilità.
I risultati
Toscana, Lombardia e Veneto si confermano anche quest’anno come le Regioni con le migliori performance. A queste si unisce per la prima volta la Liguria, mentre l’Emilia-Romagna perde un paio di posizioni, confermandosi comunque tra le prime 5. Esce dalla criticità la Campania, che si colloca nell’area intermedia insieme a Lazio, Sardegna, Marche, PA di Bolzano, Valle D’Aosta, Sicilia, Umbria, Piemonte, PA di Trento e Basilicata. Agli ultimi posti si classificano Calabria, Abruzzo, Puglia, Friuli Venezia Giulia e Molise.
Alcune considerazioni
La presenza maggiore e più equilibrata a livello territoriale dei partecipanti a questa edizione ha evidenziato come le preferenze e i giudizi sulle performance dei SSR dei diversi gruppi di stakeholder non siano perfettamente sovrapponibili e dipendano dal contesto in cui operano (Regione in piano di rientro o in sostanziale equilibrio).
In particolare, è emersa una netta differenziazione sul giudizio dato agli indicatori di spesa. Per i partecipanti al panel che provengono dalle Regioni in piano di rientro, una spesa più bassa è ‘sinonimo’ di una performance nettamente migliore, mentre per quelli provenienti dalle Regioni in sostanziale equilibrio una spesa più alta non pregiudica necessariamente a priori la performance, perché prevale la consapevolezza che tale disponibilità può tramutarsi in una maggiore performance di sistema.
Gli ambiti nei quali si è rivelata più critica una rappresentazione esaustiva della performance dei SSR sono quelli dell’attività di assistenza extraospedaliera dei malati cronici e della continuità delle cure ospedale-territorio, perché sono quelli nei quali si è dimostrata più carente la disponibilità di informazioni utili a costruire indicatori significativi.
Riguardo alle dimensioni esaminate, è aumentato il peso della dimensione Economico-Finanziaria (21%), anche se la valutazione cambia in base al contesto di provenienza come abbiamo specificato prima, e si è ridotto quello del Sociale (20%), che rimane importante nelle Regioni in equilibrio, mentre nel Sud una certa quota di ‘disagio’ viene considerata, almeno nel breve periodo, ineliminabile. Meno entusiasmo del previsto ha suscitato la nuova dimensione dell’Innovazione (16,2%), probabilmente perché gli indicatori individuati non sono risultati sufficientemente rappresentativi.
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