Riflessioni sui nuovi anticoagulanti orali

L’angolo della SIF

La fibrillazione atriale non valvolare rappresenta uno dei più importanti fattori di rischio per l’ictus cerebrale, patologia che annualmente in Italia presenta un’incidenza di circa 200.000 nuovi casi, una prevalenza di quasi un milione di soggetti1 e un costo medio di gestione per paziente (a carico del SSN) di circa 20.000 euro.

Tale costo, mutuamente esclusivo degli oneri diretti sanitari relativi all’ospedalizzazione in regime di ricovero ordinario e di quelli inerenti al recupero e al trattamento riabilitativo, è destinato ad accrescersi ulteriormente in ragione degli oneri (diretti e indiretti) sostenuti dalla famiglia del paziente e/o dalla collettività.

Parlando di terapie farmacologiche per questa patologia, la commercializzazione dei nuovi anticoagulanti orali può rappresentare un modello di innovazione sostenibile o meno. Sulla base di trial clinici randomizzati, questi farmaci hanno dimostrato di essere una valida alternativa terapeutica agli antagonisti della vitamina K e stanno modificando la terapia farmacologica dei pazienti affetti da fibrillazione atriale non valvolare.

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Da CARE 4, 2016