Numerose sono le evidenze in campo scientifico che provano come la sedentarietà rappresenti un fattore di rischio per malattie cardiovascolari e favorisca condizioni patologiche come ipertensione arteriosa, dislipidemia, obesità, diabete mellito.
È altrettanto noto e dimostrato che la pratica regolare e costante di esercizio fisico, con intensità anche non particolarmente rilevante, è un’efficace misura di prevenzione nonché anche di cura delle stesse malattie cardiovascolari, e contribuisca a ridurre l’incidenza di obesità, ipertensione arteriosa, dislipidemie, diabete mellito, favorendo un stile di vita più corretto e salutare. Ma che potesse esserci una correlazione fra attività fisica e declino cognitivo era fino a poco tempo fa un argomento non particolarmente approfondito e studiato.
Nell’ambito del Northern Manhattan Study, uno studio di popolazione in campo neurologico che si è occupato di mettere a fuoco i diversi fattori di rischio per ictus, è stata condotta una ricerca focalizzata
sull’entità dell’attività fisica nel tempo libero nei soggetti esaminati e sul rapporto che questa può avere sulle condizioni cognitive, valutate con esame neuropsicologico e con diagnostica di immagine, la risonanza magnetica cerebrale.
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Da CARE 4,2016
Fonte Willey JZ et al, Neurology 2016; pii: 10.1212/WNL.0000000000002582