Ai primi due posti tra le principali cause di morte nei Paesi industrializzati vi sono le malattie cardiovascolari e i tumori. Con sorpresa, ad occupare il terzo gradino del podio, secondo due ricercatori
della Johns Hopkins University School of Medicine, vi sarebbero gli errori medici.
Le strategie per ridurre le morti da errori medici potrebbero considerare tre azioni principali: rendere gli errori più visibili quando si verificano così da intercettarne gli effetti; avere soluzioni a portata di mano per salvare la vita dei pazienti; e rendere gli errori meno frequenti, seguendo principi che tengano in considerazione il limite umano. Questo approccio multilivello richiede la disponibilità di dati affidabili. Attualmente, tuttavia, i decessi causati da errori non vengono “misurati” e generalmente se ne parla in modo strettamente confidenziale tra i clinici, e i dati non vengono quasi mai diffusi al di fuori delle mura dell’ospedale.
L’articolo [91 Kb]
Da Care 4, 2016
Fonte Makary MA e Daniel M, BMJ 2016; 353: i2139