Nuovi anticoagulanti orali: rischio di sanguinamento e antidoti

L’angolo della SIF

L’introduzione nella pratica clinica dei NAO ha rappresentato un innegabile passo in avanti nella gestione della malattia tromboembolica nei pazienti affetti da FANV. Tuttavia, come i tradizionali anticoagulanti, anche i NAO non sono scevri da possibili e talora gravi effetti collaterali.
La commercializzazione dei primi antidoti atti a contrastare l’effetto anticoagulante dei NAO costituisce, di conseguenza, un prezioso strumento per la gestione clinica dei pazienti nell’evenienza di comparsa di sanguinamenti che potrebbero metterne a rischio la vita.
Il medico deve in ogni caso essere aggiornato sulle diverse controindicazioni/limitazioni d’uso e interazioni farmacologiche che sussistono nell’utilizzo di questi farmaci e deve altresì informare accuratamente il paziente sul beneficio-rischio di questa nuova categoria farmacologica, sottolineando che il farmaco deve essere assunto con regolarità in modo da ottenere un’elevata aderenza terapeutica, conditio sine qua non per mantenere un buon livello di anticoagulazione.

L’articolo [PDF: 145 kb]

Da CARE 1, 2016

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