La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere

Sono ormai oltre 3 milioni gli italiani che hanno conosciuto un tumore: migliora la sopravvivenza ma l’impatto sociale ed economico di queste malattie è destinato a crescere. Inoltre, le differenze nella qualità dell’assistenza tra le diverse aree del Paese alimentano il drammatico fenomeno della migrazione sanitaria.

Per migliorare e rendere omogenea in tutta Italia la qualità dell’assistenza oncologica e preservare la sostenibilità del Servizio sanitario, Salute Donna onlus e altre Associazioni di pazienti nell’ambito del progetto La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere hanno promosso un Documento programmatico con sei proposte operative.

Le proposte sono state messe a punto dalla Commissione Tecnico-scientifica, di cui fanno parte alcuni dei maggiori specialisti oncologi, epidemiologi, farmacologi, economisti sanitari italiani, insieme ai rappresentanti delle Associazioni promotrici e di alcune aziende farmaceutiche.

A supporto dei diritti dei pazienti e della qualità dell’assistenza oncologica, priorità della politica nazionale, è nato l’Integruppo parlamentare Insieme per un impegno contro il cancro, cui hanno già aderito oltre 50 parlamentari di tutti gli schieramenti, che intendono impegnarsi per promuovere la lotta al cancro come una priorità della politica sanitaria nazionale e a orientare in tal senso la legislazione.

Le sei proposte delle Associazioni pazienti

  1. Introdurre nel Documento tecnico di indirizzo per ridurre il carico di malattia del cancro 2011-2013 – Piano Oncologico Nazionale (PON) – un sistema di indicatori delle performance a livello regionale fissando per le azioni di maggiore impatto obiettivi misurabili, affiancato da un piano di finanziamento di ricerca in sanità pubblica per il supporto alla diffusione delle migliori pratiche.
  2. Attuare le reti assistenziali per garantire la tempestività nella presa in carico dei pazienti, adeguati livelli di cura e di continuità dell’assistenza per una vera promozione della medicina della riabilitazione, equità nelle condizioni di accesso e di fruizione, assicurando all’interno di ciascuna Regione le migliori cure, limitando i fenomeni di mobilità sanitaria se non per le condizioni più complesse e rare.
  3. Definire i Percorsi Diagnostico-Terapeutico Assistenziali (PDTA) per le malattie oncologiche al fine di assicurare il coordinamento di tutte le azioni che intervengono nella diagnosi, cura e assistenza al paziente, sia in ospedale che nel territorio, e raggiungere così livelli standard di qualità, di corretta allocazione delle risorse e, requisito fondamentale, di equo accesso alle cure. Nell’ambito della definizione dei PDTA, prevedere l’inserimento nei LEA di prestazioni codificate per i portatori di condizioni a rischio di tipo familiare note alla comunità scientifica, come ad esempio l’esenzione per tutte le persone portatrici di mutazione genetica BRCA-1 e BRCA-2 germinale o somatica.
  4. Istituire un’Authority di controllo della qualità e dell’omogeneità delle prestazioni che preveda la partecipazione delle Associazioni dei pazienti.
  5. Favorire l’equità di accesso ai farmaci innovativi in sintonia con i tempi degli altri Paesi europei attraverso misure che, pur tenendo conto dei problemi di sostenibilità, consentano di superare le differenze tra le Regioni e i ritardi nell’accesso alle nuove terapie, ponendo l’attenzione sul nuovo paradigma di cura per l’0ncologia o quarto pilastro, come definito dall’AIOM, ovvero l’Immuno-Oncologia.
  6. Promuovere la prevenzione, sostenere le azioni di contrasto ai fattori di rischio per la salute con l’obiettivo di ridurre in prospettiva il carico di malattia, migliorare la prognosi per i malati e liberare le necessarie risorse per la cura e la riabilitazione; verificare lo stato di attuazione e aggiornare il programma di prevenzione Guadagnare Salute.

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