A colloquio con Francesco Bevere
In buona sostanza il filo conduttore è stato sempre quello della centralità della persona intesa come cittadino, paziente e operatore sanitario. Lo sforzo è stato e dovrà essere quello di rendere l’organizzazione sanitaria sensibile e rispettosa delle esigenze di tutti gli attori che la compongono e, prima di tutto, delle persone sofferenti.
Da CARE 1 2015
L’intervista [330 Kb]
A colloquio con Francesco Bevere, Direttore Generale Agenas
Direttore, il percorso professionale che l’ha condotta oggi a capo dell’Agenas è ricco di tappe importanti. Vuole ripercorrerle sinteticamente per noi?
Sono diverse le esperienze di direzione che ho svolto durante il mio percorso professionale. Ognuna di queste mi ha aiutato nel tempo a capire quanto fosse necessario dotare di una buona governance l’organizzazione sanitaria. Questa affermazione potrebbe apparire quasi scontata e anche superflua. Ma così non è. Infatti negli anni ho potuto toccare con mano come il bisogno di molte organizzazioni sanitarie, caratterizzate da un’eccellenza clinica riconosciuta anche a livello europeo, risiedesse proprio nella mancanza di un buon management. Da qui la mia scelta di concentrarmi su questo aspetto dell’organizzazione sanitaria.
Il mio modello di governance è stato sempre orientato alla “persona prima di tutto”, questo è stato il mio slogan da sempre. Così è stato quando mi sono occupato di sanità negli istituti penitenziari; così durante le mie esperienze in qualità di direttore di molti ospedali, non da ultimo presso l’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena e Istituto Dermatologico San Gallicano. Così è stato durante il mio incarico di direttore generale della Programmazione sanitaria presso il Ministero della Salute, durante il quale ho potuto coordinare i lavori per la definizione del nuovo Patto per la Salute 2014-2016 approvato il 10 luglio scorso. All’interno di questo patto sono presenti molti passaggi fortemente voluti anche dal Ministro Lorenzin, come per esempio le iniziative che riguardano l’umanizzazione.
In buona sostanza il filo conduttore è stato sempre quello della centralità della persona intesa come cittadino, paziente e operatore sanitario. Lo sforzo è stato e dovrà essere quello di rendere l’organizzazione sanitaria sensibile e rispettosa delle esigenze di tutti gli attori che la compongono e, prima di tutto, delle persone sofferenti. Quale direttore generale dell’Agenas continuerò a sostenere progetti e sperimentazioni regionali sui temi dell’organizzazione e dell’umanizzazione delle cure e dei luoghi di cura.
Qual è l’obiettivo prioritario e qualificante dell’Agenzia che dirige e quali gli altri attori del sistema con cui collabora?
In questo particolare momento storico, in cui tanto ci si interroga sulla sostenibilità del nostro servizio sanitario, ritengo che l’obiettivo più importante dell’Agenzia risieda proprio nell’attività di monitoraggio e di supporto alle Regioni. È noto che il nuovo Patto per la Salute ha affidato ad Agenas il compito di realizzare uno specifico sistema di monitoraggio, analisi e controllo dell’andamento dei Servizi Sanitari Regionali e delle Aziende Sanitarie. Queste nuove attività consentiranno di valorizzare ulteriormente le professionalità specialistiche già disponibili presso l’Agenzia sui temi della qualità, sicurezza, efficacia, efficienza, appropriatezza ed equità dell’assistenza sanitaria; e ancora su quelli dell’assistenza territoriale, dell’accreditamento, della gestione del rischio clinico, del Programma Nazionale di Valutazione degli Esiti (PNE), dell’Health Technology Assessment (HTA), della ricerca e innovazione, dell’etica e dell’umanizzazione delle cure.
Grazie al sistema di monitoraggio previsto dal Patto, l’Agenas sarà in grado di individuare preventivamente ogni scostamento delle performance regionali e delle Aziende Sanitarie, affinché non produca nel tempo difetti nella gestione e nell’erogazione dei servizi sanitari a danno dei cittadini. Le Regioni potranno avvalersi, quindi, di questo strumento non solo per valorizzare l’organizzazione sanitaria in quanto tale ma, soprattutto, per valorizzare le persone che operano all’interno e per l’organizzazione sanitaria, rivedendo sistematicamente le modalità e le procedure di gestione e di erogazione dei servizi sanitari laddove non siano soddisfacenti.
Sono molti gli attori con cui Agenas collabora. Sicuramente il Ministero della Salute, le Regioni, l’Aifa e l’Iss, nonché l’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC), la Scuola Nazionale dell’Amministrazione (SNA), le associazioni dei cittadini e degli ammalati, gli enti di ricerca, le società scientifiche e le università pubbliche e private.
Quali i progetti principali su cui l’Agenzia sta lavorando?
I progetti a cui l’Agenzia sta lavorando sono molti. Abbiamo sottoscritto un Protocollo d’intesa con l’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) per la realizzazione di una collaborazione di natura amministrativa finalizzata ad individuare e sperimentare modelli integrati di controllo interno per la gestione dei rischi collegati al governo delle Aziende Sanitarie, con specifico riferimento al raggiungimento degli obiettivi di trasparenza e legalità e attraverso il recupero dei valori di integrità e di etica professionale ed aziendale. Sulla base dei contenuti del Protocollo d’intesa, l’Anac e l’Agenas collaboreranno anche nella redazione di specifiche linee guida che affrontino i temi della governance amministrativa, della corruzione e del conflitto di interessi in sanità. Stiamo lavorando al rafforzamento delle attività del Piano Nazionale di Valutazione degli Esiti (PNE), per migliorarne l’efficacia, e alla sperimentazione di modelli di certificazione delle cure per disciplina specialistica. Infatti, al fine di garantire su tutto il territorio nazionale elevati ed omogenei standard assistenziali in termini di qualità, appropriatezza e sicurezza delle cure, Agenas promuoverà e agevolerà la realizzazione e sperimentazione di modelli di certificazione delle cure per disciplina specialistica, finalizzati a favorire l’attivazione di nuove reti cliniche di eccellenza. Ciò significa che le cure saranno erogate attraverso il coinvolgimento di competenze multiprofessionali e attraverso l’attivazione di nuove reti cliniche o network assistenziali tra le strutture, costituite, per esempio, da un lato dai reparti/settori che soddisfano i requisiti di certificazione e dall’altro dai partner di rete accreditati ed integrativi che non li soddisfano, ma che comunque mantengono un ruolo importante nel processo assistenziale.
Ad oggi disponiamo di conoscenze approfondite sul funzionamento e sui risultati dell’assistenza ospedaliera, mentre non è stato ancora approfondito in tal senso il tema dell’assistenza territoriale. L’Agenas, quindi, intende impegnarsi a fondo per costruire un sistema simile al PNE, ma rivolto all’assistenza territoriale. Incideremo sulla cooperazione internazionale e, quindi, sulla capacità da parte dell’Agenzia di assicurare un adeguato coordinamento di tutte le attività di cooperazione europea ed internazionale di sua competenza. A tale proposito è di primaria importanza lo scambio di buone pratiche e di expertise con gli enti omologhi, presenti negli altri Stati membri dell’UE, e la partecipazione ai progetti condotti in seno alle principali organizzazioni internazionali, consorzi di ricerca e ai partenariati europei.
Altro tema che l’Agenas desidera approfondire è certamente quello delle disuguaglianze in sanità. Ritengo, infatti, assolutamente necessario non limitarsi più alla sola fotografia dell’andamento dei conti e della spesa sanitaria, ma costruire un modello che analizzi in dettaglio i risultati in termini di salute che il sistema produce in ragione dei finanziamenti erogati. Il tema della sostenibilità del sistema sanitario dipende in grandissima parte dalla sua capacità di misurarsi con modalità omogenee e attraverso la disponibilità di dati certificabili. Noi desideriamo impegnarci molto su questo fronte. Insomma non vogliamo limitarci a dire che i conti “tornano”, ma approfondire i risultati in termini di salute rispetto alle risorse effettivamente impiegate e le modalità attraverso le quali essi sono stati raggiunti.
Governance del sistema sanitario: quali i pilastri e le sfide principali oggi?
I principali valori a cui la governance deve ispirarsi sono la trasparenza, la legalità, l’utilizzo etico delle risorse e il merito. Non vi è dubbio che la grande sfida è e sarà quella di rendere il sistema sanitario sostenibile. Abbiamo il dovere di difendere il nostro servizio sanitario, di preservarne l’universalità, l’eguaglianza e l’equità. E per fare questo dobbiamo dotarci di un linguaggio comune che utilizzi metodologie e sistemi di misurazione omogenei della performance dei sistemi sanitari delle singole Regioni in termini di qualità, quantità, sicurezza, efficacia, efficienza, appropriatezza ed equità dei servizi erogati. D’altronde, non possiamo pensare di continuare ad utilizzare venti linguaggi differenti, troppo spesso autoreferenziali, poiché essi possono originare analisi non corrette e, di conseguenza, decisioni sbagliate. Agenas, anche grazie agli impegni assunti dal Governo e dalle Regioni con il nuovo Patto per la Salute, darà un contributo sostanziale per consentire al sistema sanitario di mantenere saldi i suoi principi fondanti.
In più occasioni ha sottolineato l’importanza di appropriati percorsi formativi per i protagonisti a vari livelli della sanità. Quali sono le aree a suo avviso più critiche su cui migliorare e/o affinare competenze?
Come dicevo, nelle organizzazioni sanitarie per raggiungere i risultati è necessario dotarsi di una governance adeguata: persone in grado per capacità e merito di guidare i sistemi nazionali, regionali e locali verso un cambiamento capace di sviluppare salute, innovazione, ricerca, investimenti, cultura sociale, ma anche utilizzo etico delle risorse. Sviluppare un Sistema Sanitario Nazionale eticamente sostenibile significa proprio porre la massima attenzione a questi fattori strategici. Di solito, nei momenti di grande difficoltà economica, la valorizzazione del capitale umano può apparire sacrificata. Ritengo invece sia necessario, in un momento così delicato e di forte cambiamento, investire proprio nelle persone e nei professionisti della sanità che sono impegnati quotidianamente a governare e gestire situazioni di elevata complessità.
Per tale ragione l’Agenas sta organizzando, in collaborazione con la Scuola Nazionale dell’Amministrazione, una specifica sezione per l’alta formazione manageriale in ambito sanitario, che si occupi di sviluppare, insieme al Ministero e alle Regioni, alcuni temi specifici del management sanitario e delle politiche della salute.
Legge di stabilità: cosa ne pensa, con riferimento specifico alla parte che riguarda la salute?
Avendo coordinato i lavori per la predisposizione del Patto per la Salute 2014-2016, non posso che guardare con soddisfazione ad un provvedimento che ne ha recepito buona parte. Per il resto è tutto da discutere e questa discussione, ancora una volta, compete alle Regioni e al Governo, con la mediazione del Ministro Lorenzin, già collaudata positivamente in occasione dei lavori per la predisposizione del Patto per la Salute, del regolamento sugli standard ospedalieri e del programma di revisione della spesa.