Tradizionalmente Candida albicans è considerata la specie più frequentemente isolata e ritenuta responsabile del 50-70% degli episodi di candidosi.
Tuttavia negli ultimi anni si sono registrati alcuni cambiamenti nella distribuzione delle specie di Candida coinvolte nella candidosi invasiva, che hanno visto prevalere specie non albicans con forti implicazioni nella scelta della terapia da somministrare. In particolare si è riscontrata una riduzione della sensibilità a fluconazolo nelle infezioni collegate a Candida glabrata. Questo ha spinto la Infectious Diseases Society of America a promuovere l’uso delle echinocandine come terapia di prima linea nel trattamento della candidosi invasiva. Tra le altre variabili che incidono sulla risposta al trattamento, oltre alla resistenza al farmaco, sono da considerare la diagnosi tempestiva dell’infezione, i fattori di rischio specifici per il singolo paziente, la gravità della patologia per cui è ricoverato e l’inizio tempestivo di una terapia con un antifungino appropriato.
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Supplemento a CARE 2, 2013
Fonte: Hsu DI, Nguyen M, Nguyen Lee et al. J Antimicrob Chemother 2010; 65: 1765-1770