Luigi Cavanna: il territorio come nodo della rete oncologica

Problema nel recupero dei dati da Twitter
Una delle paure più grandi delle pazienti e dei pazienti oncologici è quella di perdere i punti di riferimento rappresentati dalla struttura ospedaliera e dai medici che hanno scelto dopo aver scoperto di avere un tumore. È questo il motivo principale che spiegherebbe una certa diffidenza sulla possibilità di essere curati a casa, espressa dalla metà dei pazienti che hanno risposto all’indagine condotta dal Cipomo sull’oncologia di prossimità. Lo pensa Anna Maria Mancuso, presidente di Salute Donna, sottolineando l’importanza che sia prevista la figura di un tutor legato alla struttura di riferimento del paziente, che possa seguirlo a casa nello svolgimento di quelle azioni di cura che non richiedono la sua presenza in ospedale.
Nicoletta Cerana, presidente di ACTO Italia ETS, commenta i risultati della survey condotta dal Cipomo sull’oncologia di prossimità evidenziando come l’aspetto più importante per chi vive con una patologia oncologica sia quello della qualità delle cure e del personale che le eroga. In particolare nel caso del tumore ovarico, spiega Cerana, l’accesso ai centri di eccellenza anche se lontani da casa è prioritario in tutte le fasi della malattia.
I test di profilazione genomica e i Molecular Tumor Board (MTB) – team interdisciplinari di esperti dedicati all’interpretazione clinica dei nuovi dati disponibili – sono presentati come le nuove frontiere dell’oncologia. Confini esplorati anche dalla politica, considerato che a febbraio 2023 è approdato in Conferenza Stato Regioni lo schema del decreto ministeriale che istituisce i MTB e individua i centri specialistici per l’esecuzione dei test per la profilassi genomica estesa NGS. Oggi, i MTB non sono implementati in modo omogeneo in Italia e questa realtà mette potenzialmente a rischio l’uguaglianza di accesso ad alcune terapie per i pazienti. Ce ne parlano Gianpiero Fasola e Maria Carla Barducci.
Due aree specialistiche, una in ambito oncologico e l’altra infettivologico, attenzione alla formazione e promozione dell’attività di ricerca basata sui real world data: questi sono gli ambiti di attività della Società Italiana di Farmacia Clinica e Terapia (SIFaCT) descrittici da Marco Chiumente, coordinatore scientifico nazionale dal 2015, e destinati a crescere nei prossimi anni con l’obiettivo di affrontare le sfide della farmacologia nell’ambiente reale per migliorare la salute dei pazienti.